In una famosa opera di Edward Gibbon si delinea la decadenza e la caduta dell’impero romano. Ai nostri giorni qualcuno dovrebbe scrivere una storia e un declino della politica in Occidente, includendo in questo termine tutti i Paesi del vecchio continente, Italia in testa, e molto probabilmente anche gli stessi Stati Uniti d’America. In realtà la crisi della politica in Occidente è iniziata verso la fine degli anni 80 del secolo scorso, quando i due blocchi contrapposti, Stati Uniti ed Unione Sovietica, non ebbero più motivo di essere tali, cioé contrapposti, per lo sgretolamento del secondo. E’ stato quello il momento in cui il potere economico occidentale, formato da non più di 200 individui, decise come si sarebbe dovuto sviluppare il futuro economico e non solo dell’intero mondo. E’ stato in quel periodo che la Politca abdicò il suo potere in favore di quello dell’Economia prima e della Finanza poi. Ovviamente tali decisioni furono prese, come continua ad accadere ai nostri giorni, in stanze lontane perfino dalla percezione della loro stessa esistenza per i più, per i popoli di questo mondo che, oggi più che mai, vede profondi cambiamenti in atto, ovunque. Nuove guerre da quei giorni sono state “create” ad hoc, in parte per scopi d’appropriazione di risorse sempre più scarse, in parte per dar modo di continuare a prosperare alle ricchissime industrie belliche. Questo uno sguardo sommario a livello globale. A livello locale, qui, nell’Italietta dei nani e delle ballerine, o meglio degli ex nani ed ex ballerine, dopo aver permesso a quest’ultimi di “giocare” per un po’ si è deciso di passare ad una fase “operativa” diretta, come sta del resto accadendo in altre parti d’Europa. Se a questo aggiungiamo l’humus sul quale tale cambiamento sta crescendo, cioé una “classe” politica di mezze calzette, capitanate dal nostro venerando Presidente della Repubblica, il “migliorista” amendoliano, figlio di una certa America da lui tanto osannata quando era uno dei massimi dirigenti del Partito Comunista Italiano, il più forte partito comunista d’Occidente dopo quello dell’Unione Sovietica, il saggio Giorgio Napolitano. Gli epigoni del nanetto, l’industrialotto milanese che era stato lasciato governare dai grandi poteri negli ultimi 20 anni (anni in cui ha letteralmente falciato la residua capacità culturale e sociale di questo Paese), rimasugli dei vari partiti che s’erano spartiti il potere negli anni della cosiddetta “prima Repubblica”, dai democristiani ai socialisti per passare ai missini ed ai repubblicani, uniti ai “figli” della classe politica dell’ex PCI, i vari d’Alema, Bersani, Fassino & Co., hanno pensato e, cosa ancora più triste, pensano ancora di poter guidare le sorti di questo Paese, appoggiando ora un governo dell’altro paggetto dei poteri finanziari, l’emissario di Goldman Sachs, Mario Monti.
L’opera di distruzione dei Paesi europei è bella che iniziata ed è già a buon punto, fra poco toccherà aprire anche un nuovo fronte di guerra in Medio Oriente, portando la “libertà” con le bombe in Siria ed in Iran, si tratta solo d’aspettare che sia tutto pronto. 
Ed in tutto questo il resto d’Europa che fa? Al momento sembrerebbe proprio niente, anzi…. Speriamo che la Merkel venga spazzata via dalle prossime elezioni in Germania e che in Francia Hollande si faccia coraggio: certo che sono proprio due piccolissime speranze, troppo piccole!
Nemulisse

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