Mi sembra giusto e doveroso in questo blog porre attenzione su un fenomeno che non rende una bella immagine, indubbiamente, del genere maschile, in Italia in particolar modo. Tale fenomeno è quello che da più parti, forse giustamente, viene menzionato come “femminicidio”. Ritengo che, soprattutto in un Paese fortemente superficiale come il nostro, si tenda troppo a far passare in secondo piano una ormai continua conta di uccisioni di donne da parte di mariti, compagni e quant’altri ritengono di poter far valere la propria prevaricazione sulle loro vittime, ritenendo, evidentemente, d’avere un diritto coperto da una generale accondiscendenza. Questo non deve essere, mai! Almeno in un Paese che si vuole dire civile (l’Italia lo è?). Per anni perfino la giurisprudenza ha coperto queste violenze addirittura con terminologie create ad hoc, derivanti da una evidente prevaricazione secolare maschile, quale, ad esempio, il delitto d’onore. Direi che è il momento per tutti, uomini e donne, di prendere coscienza della necessità di un cambiamento radicale in tale senso; parlo volutamente anche delle donne perché ben poco mi sembra che, quante siano nei luoghi di “potere” politico e non, molto abbiano fatto per imporre all’attenzione comune tale argomento, almeno con la forza che ci si sarebbe potuta aspettare. Da uomo, per quanto mi riguarda, faccio ammenda, nella speranza (temo purtroppo senza seguito positivo) che sempre meno si debba sentire, fra i fatti di cronaca quotidiana, di atti di violenza, anche estrema, da parte degli uomini sulle donne (e in qualche ben più raro caso, anche il contrario).