L’ossimoro è d’uopo, direbbero gli acculturati; ed in effetti ci sta tutto direi anche io! Il silenzio che si fà sentire è quello dei nostri “intellettuali”, della nostra cosiddetta intellighenzia che, eccezion fatta per qualche voce isolata, perlopiù nel campo giornalistico o della satira, nulla ha avuto finora ad eccepire pubblicamente sul vero e proprio disastro che si sta consumando sotto gli occhi di tutti gli italiani. Anzi, fra costoro ce ne sono alcuni che s’affannano ancora a partecipare a sterili trasmissioni televisive, ospiti quasi fissi, tentando di imbastire discussioni inutili con il politicante di turno o lo pseudo giornalista piuttosto che con lo pseudo esperto di chissà cosa. Gli argomenti sono sempre quelli dettati dal fattarello del giorno che gli pseudo conduttori s’affannano a mettere in risalto come fossero la sola e primaria cosa sulla quale elucubrare; come se questo poi portasse chissà dove! Il blaterare quotidiano fà parte ormai incessantemente dello scorrere dei giorni del nostro disastrato Paese. C’è chi ne sta fuori, ma non per questo si rende meno colpevole, anzi. Ora più che mai servirebbero “guide”, diciamo così, di pensiero, quasi spirituali, che al contrario latitano colpevolmente lasciando il campo incontrastato alla massa di mediocri imbonitori degli assopiti cittadini-sudditi, ipnotizzati dal vuoto pneumatico portato al rango di fine discussione.
Ci vorrebbe una svolta, ci vorrebbe un’autentica scossa alla spina dorsale di quel che rimane delle coscienze di un popolo destinato alla rovinosa caduta verso un punto sempre più basso. Ed intanto, tra un Berlusconi condannato ed un’altra sterile polemica, la gente arranca sfiduciata, ottenebrata dalla calura estiva che inasprisce gli animi sì, ma li addormenta subito dopo nel torpore generale.
In tutto questo continua ad esserci un silenzio che grida vendetta!