Italia, terra di poeti, santi, navigatori e… servi sciocchi della gleba. 
Sentire i componenti del Governo Renzi (stendo qui un velo pietoso sul timoniere della barca alla deriva) cianciare in televisione o leggere le loro dichiarazioni sugli organi d’informazione riconcilia con l’amor proprio. Seguono uno schema predefinito, e quando parlano sembra che ripetano a memoria una canzoncina che qualcuno ha detto loro di studiare. La fuffa allo stato puro. D’altra parte il nostro è il Paese della fuffa. Gli è stato dato l’appellativo di ducetti. In latino ducere vuol dire condurre, guidare. Qui purtroppo mi sembra che la conduzione sia cieca, nel migliore dei casi, o consapevolmente verso il baratro, nel peggiore.
Nonostante tutto voglio scagliare una lancia a loro favore perché ritengo che la colpa non sia tutta loro: la maggior colpa è del popolo italiano che, come diceva bene Flaiano, corre sempre in aiuto del vincitore. Tutta questa acquiescenza lascia attoniti da un lato e non stupisce più di tanto, purtroppo, dall’altro. Gli “eroi” piacciono agli italiani, sarà perché nella nostra storia ce ne sono stati molti. Quello che ci dimentichiamo facilmente è che la nostra è una lunga storia, con profonde radici culturali. E’ chiaro che nel corso di secoli dalla massa uomini eccezionali si possono distinguere su un così lungo periodo. Oggi però la vista s’è fatta corta, anzi direi cortissima. Si naviga a vista. Il cretino di oggi diventa l’eroe di domani, senza più giudizio storico, senza più sedimentazione. Una volta si diceva “agli storici l’ardua sentenza”, a voler indicare il fatto che solo il tempo è galantuomo a sufficienza per dare giudizi sul reale. Gli storici del futuro, temo, ricorderanno questo periodo di storia patria più per la mancanza di “uomini d’eccezione” che per il contrario. Ma come diceva il poeta “gli eroi sono tutti giovani e belli” e sognare non costa nulla, purtroppo!
Nemulisse

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