Ebbene sì, sono sempre io, il solito complottista che si ritrova a dubitare di quanto evidente a prima vista a tutti, di quanto le crude immagini hanno impietosamente mostrato (o forse no?) a tutti noi da Parigi quest’oggi. Ovviamente siamo tutti Charlie Hebdo, me compreso. Ciononostante non riesco a non pensare al perchè sia successo quello che è successo. Ovvero perchè fare una strage in una redazione di un giornale satirico che aveva manifestato il suo anticonformismo già nell’ormai lontano 2006. E’ pur sempre vero che tutto sia possibile e, dunque, anche che il fanatismo religioso decida di colpire così crudelmente a distanza di tempo, pianificando un attacco che ha molto di militare per come si è svolto (precisione, organizzazione, mano ferma e freddezza nell’esecuzione, quindi molto poco dilettantesco), tuttavia già il “fanatico” islamico a Sydney, Man Haron Monis, che non era del tutto sconosciuto alle intelligences mondiali, ucciso dalla polizia (quindi non passibile di interrogatori di alcun tipo) e poi il “terrorista” Michael Zehaf-Bibeau, l’attentatore del Parlamento di Ottawa m’avevano insospettito non poco.
Come dicevo all’inizio di queste mie considerazioni, io sono un mal pensante. Non abbiamo ancora elementi per poter giudicare in un senso o nell’altro, tuttavia io m’insospettisco sempre molto, anche perchè assieme alle altre vittime della strage di oggi, c’era anche l’economista Bernard Maris, acceso oppositore del movimento neo liberista che è oramai padrona del mondo intero da qualche tempo a questa parte. Se a questo uniamo l’ondata di estremismo di destra che sta lentamente invadendo l’Europa intera (Marine Le Pen in Francia, il movimento anti-islam in Germania denominato Pegida, la destra in Italia capeggiata da sobillatori di popolo che cavalcano il malcontento della gente per la crisi economica galoppante, nonché la Lega xenofoba e Alba Dorata in Grecia), direi che motivi per insospettirsi sul fatto che siano azioni “pilotate” da servizi segreti e gruppi di potere ci sono, e sono molto forti.
Ripeto, magari mi sbaglierò, ma si sa, io sono un malfidato per natura: come diceva il divo Giulio, a pensar male è peccato, ma spesso ci s’indovina.