I signori del mondo esistono da secoli. Sono di un genere trasversale alle nazioni. Fanno parte di una élite economica, politica e di potere in genere che ha sempre comandato direttamente o, più spesso, indirettamente i destini dei popoli in modo più o meno eclatante, soprattutto nei Paesi di quello che una volta veniva definito come il “terzo mondo”.
Oggi è tutto cambiato. I signori del mondo, quest’esigua parte della popolazione mondiale, proveniente da Paesi d’Occidente come d’Oriente (ovvero dagli Stati Uniti alla Russia, dal Sud America al Giappone ed alla Cina, dall’Europa alla penisola arabica) oggi, o meglio da una ventina d’anni a questa parte, hanno rotto una consuetudine in modo clamoroso: hanno diretto il loro operato distruttivo nei confronti dell’Occidente stesso, ed in particolar modo in quelli dell’Europa. Non è che prima tale “attenzione” non ci fosse e che lo sfruttamento accompagnato da una “schiavitù” più sfumata non fossero presenti, ma mai in questa misura ed in modo così netto. In pratica hanno deciso di schiavizzare anche il vecchio continente con una determinazione ed una spietatezza che non si erano mai viste prima. Per capirci l’operazione Grecia, così come quella portata a termine nei confronti dell’Italia, della Spagna, del Portogallo, dell’Irlanda nonché della stessa Francia, sono state di una virulenza e di una violenza in parte inspiegabile. Già perché viene da chiedersi cosa abbia fatto sì che facesse cambiare in modo così eclatante l’obiettivo di quanti hanno in mano le reali sorti dei popoli (a scanso di equivoci voglio chiarire che mi riferisco a multinazionali, banche, massoneria, famiglie ricchissime quali i Rockefeller, piuttosto che magnati russi o giapponesi, cinesi, indiani e chi più ne ha più ne metta. Nonché servizi segreti, funzionari del settore pubblico e privato, forze di polizia appositamente create o coinvolte, ecc.). Per tutti costoro lo sfruttamento dell’essere umano non ha alcun significato morale, bensì funzionale. Un ingegnere europeo ha lo stesso valore di un pastore della savana africana: entrambi sono sacrificabili alla stessa stregua in nome del loro interesse economico (fermo restando che ciascuno dei due abbia invece un valore intrinseco incalcolabile per il resto dell’umanità). Chiunque è sacrificabile, pertanto il tanto darsi da fare come formichine che producono e si sforzano di cambiare il proprio destino assume il sapore di una beffa e lascia in bocca tutto il sapore dell’inutilità di ogni sforzo per credersi “vivi”!
Come dicevo prima, cos’ha scatenato, apparentemente, tale cambio di passo nei confronti di alcuni paesi europei e parte degli Stati Uniti stessi? Ci ho pensato a lungo e l’unica spiegazione che ho trovato è che tale cambiamento trova origine nella caduta del Muro di Berlino. Venuta meno la contrapposizione politica fra Occidente ed Oriente, il confronto diretto tra Washington e Mosca, costoro non hanno più avuto ostacoli nemmeno  di carattere politico. Mentre prima le varie aree d’influenza si gestivano all’interno di due blocchi contraddistinti da bandiere ben specifiche, dove forse era anche ben più difficile “operare”, oramai il campo è unico. L’inettitudine di politici poco preparati, quando non messi al comando dai signori di cui sopra stessi, ha fatto sì che la cavalcata sulle praterie, in primis quelle europee, fosse senza freni. Hanno preparato il terreno ed hanno agito indisturbati, mentre le nazioni del mondo stavano a guardare. Ora ci si volta, di tanto in tanto, a vedere le macerie sul campo di battaglia e si ha come un sussulto di stupore (Ucraina, Isis, attentati vari, sbarchi di povera gente disperata alla ricerca di un “mondo migliore”, ecc.).
Purtroppo il vantaggio accumulato è talmente grande che non credo che ci possano essere molte possibilità di ribaltare la situazione se non al prezzo di ulteriori morti (e non solo in senso figurato). Parlando solo del vecchio continente, le istituzioni europee sono talmente intrise di loro uomini messi lì ad hoc che occorrerebbe stravolgere il significato stesso dell’Unione europea.
La sola speranza sono le piccole scintille (Grecia, elementi di democrazia qui e lì che possono risvegliare le sopite coscienze di milioni di persone, forse). Poco altro. I media sono ampiamente corrotti dal pensiero unico fatto crescere ad arte da costoro. Solo alcuni riescono a districarsi in tale selva, “selvaggia e aspra e forte” per dirla con le parole di padre Dante. La paura rimane, ed è grande. Guardando gli sforzi di ciascuno, me compreso, sembra di vedere un gruppo di formichine che s’affannano come pazze per portare a casa, a fine giornata, una briciola di pane. Molto spesso senza neanche riuscirvi. Sì, siamo formiche ed al contrario dei piccoli imenotteri non siamo uniti per uno scopo comune, anzi è l’esatto contrario. Ed il guaio più grande è che, nella stragrande maggioranza, non sappiamo nemmeno che uno scopo comune ci dovrebbe essere e di che genere esso sia. Non sappiamo neanche di trovarci all’interno di un grandissimo formicaio e che dall’esterno ci stanno guardando con una sadica soddisfazione, mentre c’illudiamo di fare e di andare. Chissà poi dove.
Nemulisse

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