C’era una volta Pericle. E c’era una volta anche Platone. C’erano Sparta ed Atene, c’era la culla della civiltà e dell’Umanità intera, almeno quella occidentale.
No, non è l’inizio di una bella favola. E’ la verità. Il debito che l’Umantità intera ha nei confronti della Grecia è immenso ed inestinguibile in tal senso, su questo non v’è dubbio alcuno. Ma, perché c’è un “ma” grosso come una casa in questa storia, tutto questo era più di 2000 anni fa. Oggi le cose sono cambiate, e molto. Non vi sono più Pericle ed Aristotele fra i viali di Atene, bensì personaggiucoli che ne hanno infestato nell’utimo secolo i più alti scranni del potere, portando il piccolo stato nelle condizioni in cui è oggi. Intendiamoci, non penso che tutta la colpa sia di questa piccola nazione e dei suoi governanti (nonché dei cittadini che hanno permesso che questi ultimi facessero ciò che volevano), così come non lo penso per il nostro di Paese. Anzi, credo profondamente che la Grecia sia stata oggetto di un “esperimento” sociale da parte di lobby finanziarie e di potere internazionale, Troika in testa (come peraltro ho già su questo blog messo chiaramente in evidenza). Quindi in tal senso non accetto “lezioni” da alcuno. Quello che non penso però è che si debba per forza rimanere ancorati ad un’idea di un mondo che non c’è più. Così come noi non siamo più gli eredi di Cicerone (ammesso che uno lo voglia far valere come un merito) o di Giulio Cesare. Peraltro non siamo più neanche lontanamente gli eredi di Dante o di illustri nostri connazionali anche a noi molto più anagraficamente vicini. Uno la stima se la deve conquistare sul campo e, noi come loro (i greci) non abbiamo fatto un granché per meritarci quella altrui negli ultimi tempi.
Detto questo, appunto, mi fa sorridere vedere gente, la maggior parte della quale non sa nemmeno dove sia Sparta o Delfi, prendere a vessillo di una resistenza al “cattivo” di turno (la Troika in questo caso, che certamente non considero di buon occhio, anzi tutt’altro), soprattutto a parole, su giornali e mass media. Improvvisamente si sentono tutti spartani contro il nemico persiano. E giù a fare paragoni di nobile resistenza del piccolo Davide, contro il grande Golia.
La realtà è ben differente. Primo perché Davide questa volta ha metà del torto (per quanto ho detto prima), secondo Golia c’era anche quando gli altri, quelli che inneggiano alla resistenza altrui, erano piuttosto (e lo sono tuttora) sonnacchiosi a casa propria, dove la situazione non è che sia migliore di quella greca. Sono solo le proporzioni ad essere diverse. Se a tutto questo aggiungiamo il fatto che penso che il nobile Leonida di turno (in questo caso con un nome molto meno altisonante, Alexīs Tsipras) sia uno che di fondo è identico a tutti gli omologhi europei, cioè asservito ad una logica di sudditanza al vero potere sovrannazionale, quello che conta veramente nel mondo, il quadro non è poi così felice. Quel che veramente penso, magari sbagliando, anche se lo vedremo presto, è che costui abbia messo in atto una bella mess’in scena, usufruendo di un valido guerriero, il Varoufakis-Achille di turno, che è servito da centravanti di sfondamento. Magari gli poteva anche andare a finire bene la pantomima. In quel caso avrebbe fatto la parte dell’eroe nobile che ha messo a disposizione della giusta causa tutta la sua migliore squadra, capo guerriero in testa. Al contrario, visto che le cose non hanno avuto modo di andare a finire così, ha preferito “battere in ritirata”, sacrificando sull’altare della convenienza Achille (che tanto un’altra professione ben retribuita la troverà di certo, non essendo proprio uno stupido). Ora inscenata una difesa davanti al “tribunale” internazionale, dove ha fatto la parte del “padre nobile”, accetterà “suo malgrado” la sconfitta a testa alta. Potrà sempre dire al suo popolo di averci provato, nonostante la forza incomparabile del nemico. E continueremo a vivere tutti felici e contenti, proprio come prima. La Troika, le multinazionali, i poteri massonici, ecc. possono continuare a dormire sonni tranquilli, tanto il popolo credulone è sempre pronto a farsi coraggio a parole nei confronti delle ingiustizie che popolano il mondo. Purché si possa vedere il programma strappalacrime in tv, postare gattini su Facebook o andare a spaccare la faccia a qualcuno la domenica allo stadio.
Come non concludere con le nobili (quelle sì) parole di Tucidide che scrissi qui. Così ci sentiremo tutti quanti un po’ Pericle.


Nemulisse

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