Personalmente non sono di quelli che pensa alla Germania odierna come al 4° Reich. Ciò che ritengo però è che la Germania abbia grandi colpe nei confronti dell’Europa e non solo, per il semplice fatto che è la sola nazione europea in grado di opporsi al corso degli eventi che sono in atto in Europa. La storia dei profughi, tanto sbandierata ovunque nel mondo, è solo l’ennesimo specchietto per le allodole messo lì a bella posta da chi sta causando tutto questo. Messo lì a bella posta nel senso che è stato fortemente voluto (ho già spiegato in questo blog perché) e tutti, sottolineo tutti i “governanti” europei (eccezion fatta per i piccoli ex Paesi del blocco comunista) hanno risposto ovviamente in modo positivo a tale “ordine”. Mi viene da ridere quando vedo un Juncker bacchettare gli stati affinché si prendano la loro bella quota di migranti (lui che è una delle longae manus della Finanza internazionale). Io non sono populista, né tantomeno di destra (chi mi conosce sa bene che idee politiche ho, direi abbastanza “rivoluzionarie”), ma non ho i paraocchi e mi guardo attorno, al di fuori dei confini del mio sguardo, peraltro miope. Quello che vedo è un’Europa colonizzata dal suo interno, attraverso uomini, leggi ad hoc, dissoluzione di parte della sua forza economica (nei Paesi del Sud in primis), dissoluzione della sovranità nazionale attraverso lo smembramento dei diritti e delle carte costituzionali, imposizione di trattati economici attraverso la longa manus di Bruxelles (unione da operetta), nonché la continua vessazione da parte di quell’organismo artificiale imposto e pienamente accettato da tutti che è la BCE.
Il famoso adagio di Edward Norton Lorenz secondo cui, il matematico pioniere della teoria del caos, si chiedeva “può il battito delle ali di una farfalla in Brasile scatenare un tornado in Texas?” non può che trovare una risposta positiva, ai giorni nostri più che mai. Oggi le merci viaggiano come un tempo, anche se in minor tempo, ma i capitali si spostano istantaneamente, essendo solo numeri all’interno della memoria di computers. Basta spingere un bottone e intere fortune si spostano nel pianeta istantaneamente. Cosa c’entra la teoria della farfalla? C’entra, perché oggi per ottenere un effetto concreto da qualche parte nel mondo, basta minacciare lo spostamento di capitali (leggi spread e quant’altro) e se questo non bastasse si danno spinte concrete, attraverso Isis, migrazioni di massa (manodopera a basso costo e poco qualificata da noi, manodopera più qualificata in Germania), attentati fatti ogni tanto ad hoc. Cose così, fatte per dare una “spinta” verso determinate posizioni, accettate supinamente da tutti, Germania in testa. Secondo me la Germania le accetta per due motivi: il primo è che, comunque la si metta, rimane pur sempre una forza economica in grado di “galleggiare” entro certi limiti anche in questo sfacelo totale, la seconda per incapacità dei suoi leader politici d’avere una politica estera indipendente dai voleri americani in primis (ma non solo). Angela Merkel, ottimo cancelliere per il suo popolo, è un nano da un punto di vista politico internazionale. Mi chiedo se per incapacità intrinseca o se per qualcos’altro di più grave ed incofessabile. Schäuble, sul quale fino a poco tempo fa nutrivo dubbi se fosse in malafede o meno (premetto che è politico estremamente intelligente e dallo sguardo politico molto più “lungo” della Merkel che poco sopporta), ritengo sia in malafede (cioé, per capirci, della stessa parrocchia di Monti & Co.). E’ solo che è tedesco, quindi più determinato di altri e meno avvezzo a farsi teleguidare se ha una propria idea (per quanto conforme a quella del mainstream della finanza internazionale).
In conclusione, ora è il tempo dei “profughi” da guerre che nessuno vuole fermare perché fa comodo che ci siano. A questi aggiungiamo “le riforme necessarie”, il controllo maggiore a causa del “terrorismo”, i trattati internazionali (leggi Ttip) che bisogna accettare supinamente e la sempre più progressiva ebetizzazione del “pubblico mediatico” che “abbocca”, come si dice a Roma, ad ogni input che gli viene inviato, con un riflesso del tutto pavloviano ed il quadro è completo. O quasi. Vedrete che il prossimo passaggio sarà l’emigrazione in massa dei palestinesi, oltre ovviamente alla guerra a Bashar al Assad. Siamo in guerra. E da un pezzo per giunta. Il guaio è che non ce ne siamo ancora accorti, tranne per le macerie che di giorno in giorno si accumulano, perché da qualche parte il battito di ali di una “farfalla” spinge il vento verso di noi, e sulle quali, per quanto sono riusciti a farcele accettare, passeggiamo tranquillamente
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Nemulisse

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