La famosa e controversa frase attribuita a Klemens Wenzel Nepomuk Lothar von Metternich-Winneburg-Beilstein, ovvero al famoso Cancelliere austriaco, secondo cui l’Italia non sarebbe stata “nicht mehr als ein geografischer Begriff”, cioè “nient’altro che una mera espressione geografica” è, ahimè, profondamente vera.
Cerco di spiegarmi meglio. Noi tutti a scuola abbiamo imparato la Storia, studiando sui libri di testo che ci venivano proposti dagli insegnanti che man mano ci siamo trovati dinnanzi, e che hanno contribuito a formarci secondo regole più o meno convenzionali, le stesse regole su cui loro, a loro volta, erano stati formati da altri. Ero ingenuo, allora. E’ stato solo con il periodo universitario che scopersi, con mio sommo stupore, che la Storia, effettivamente, è fatta secondo i dettami dei vincitori. Dunque tutto da rifare, tutto da riconsiderare, ed ecco che all’improvviso Camillo Benso, conte di Cavour non era più quel fine stratega che era riuscito a riunificare l’Italia, facendola in barba ai cattivi austriaci, bensì un astuto ladro per conto della squattrinata monarchia dei Savoia che, per così dire, era andato a fare la spesa a casa altrui, nel caso particolare in quella di Francesco II, giovane erede di un trono molto ricco e di uno Stato fra i più avanzati d’Europa, ovvero il Regno delle due Sicilie, tramite il buon Garibaldi.
In realtà mi sbagliavo anche in questo caso, o meglio, vedevo solo una parte della faccenda. Già perché l’altra parte è quella che abitualmente non ci viene raccontata e cioé del ruolo avuto in tutto ciò dalla Gran Bretagna e dai potenti banchieri Rothschild, con il loro ramo londinese e quello parigino, dove il buon Cavour si recò per la sua formazione fin da giovane. Non a caso i Savoia erano fortemente indebitati con i Rothschild per l’appunto. Se a questo aggiungiamo le due belle navi da guerra al largo di Marsala, allorquando i Mille sbarcarono, mi sembra evidente che qualche domanda occorrerebbe farsela se effettivamente la Storia, quella con la “s” maiuscola sia effettivamente andata come siamo abituati a studiarla.
Ma questa è una lunga storia e molto altro ci sarebbe da dire sul ruolo della Gran Bretagna nella storia italiana, fino ai giorni nostri ininterrottamente. Si aggiunsero successivamente gli americani. La Chiesa c’era già.
Ma cambiamo scenario e passiamo ai giorni nostri. La Siria, nuovo campo di battaglia internazionale dove stanno avvenendo cose che riguardano un quadro politico molto più vasto. Qui si fronteggiano le nuove potenze “padrone” del mondo. Da un lato la Russia, dall’altro gli Stati Uniti. Intorno la Germania, la Francia, la Cina e, ovviamente, la Gran Bretagna. Frank-Walter Steinmeier, Ministro degli Esteri tedesco, si propone di organizzare un vertice tra grandi potenze per negoziare la pace. La Germania cerca di “fuggire” dalla situazione siriana. Già, perché in realtà c’era molto invischiata, fin dal 2012 quando il Ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, creò un segretariato permanente, dotato di un budget di 600.000 euro, per gestire il saccheggio degli idrocarburi della Siria (che si pensava fosse alla fine del suo Governo) che affidò a Gunnar Wälzholz, che aveva già prestato servizio in modo identico ai danni dell’Afghanistan.
Ma a cosa è dovuto questo cambiamento? E’ dovuto a un riavvicinamento tanto atteso – e tanto temuto da Washington – tra Berlino e Mosca.Questa evoluzione può essere spiegata al pubblico in occasione della crisi dei migranti. Preparata con un anno di anticipo, su richiesta del capo della Confindustria, Ulrich Grillo, ed eseguita dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, dall’Alto Commissario per i Rifugiati, António Guterres, e dallo speculatore George Soros, ha fatto sì che centinaia di migliaia di persone abbiano attraversato i Balcani per andare a lavorare a prezzi più bassi in Germania. Ora i tedeschi temono l’infiltrazione di jihadisti fra i profughi e vorrebbero arrivare ad una pace attorno ad un tavolo, magari anche con l’Iran.
La situazione è liquida, nel senso che alcune cose sfuggono anche a chi ha programmato tutto ciò e le strategie si rimodellano man mano che gli eventi prendono forme non proprio previste almeno all’inizio. In particolare, poi, in medioriente la situazione è assai complessa, con una maggioranza sunnita che si contrappone agli sciiti iraniani, piuttosto che alla minoranza alauita di Bashar Hafiz al-Asad.
In fin dei conti, noi come loro, i Siriani, siamo solo una mera espressione geografica.

 

Nemulisse

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