Allora, ricapitoliamo. Ieri la Commissione europea, in sole due ore, ha preso la decisione circa quale debbano essere le città che ospiteranno l’Eba (l’autorità bancaria europea) e l’Ema (l’agenzia europea per i medicinali): the winners are… Parigi e Amsterdam. Überraschung, come direbbero i tedeschi che, al contrario di quanto hanno riportato i nostri beoti giornali nazionali, ben sapevano che Francoforte non avrebbe avuto alcuna chance di ottenere la sede dell’Eba, essendo già la sede della Bce e del Parlamento europeo. Ma si sà, da noi bisognava distrarre l’opinione pubblica dal fatto che l’Italia abbia “inutilmente” fatto da cavia per le società farmaceutiche, obbligando, attraverso una classe politica inetta e compiacente, le famiglie ad una campagna vaccinatoria senza precedenti. Il che non vuol dire che i vaccini non siano utili, ma non 10. Quando io ero piccolo c’erano i vaccini obbligatori, ma erano quelli della cosiddetta trivalente (difterite, tetano, e poliomelite). Sono sopravvissuto. Sono stato fortunato? Può essere, ma non credo. Così le lobbies hanno deciso che l’Agenzia dovesse andare in lidi “meno problematici” e più “affidabili”, tanto la cavia ha fatto il suo compito.
Per quanto riguada l’Autorità bancaria nessuna meraviglia altrettanto. Dove mettere un secondo polo di controllo finanziario se non in casa del fedele esecutore Macron? Quindi, quale sorpresa? Un accentramento di potere nel polo politico-economico d’Europa, ossia Germania-Francia. I soli Paesi che l’élite finanziaria internazionali hanno deciso che debbano portare avanti le proprie strategie e politiche di potere.
E l’Italietta? L’Italietta che? L’Italietta non ha mai contato nulla, né mai conterà qualcosa. Soprattutto in quest’Europa e con questi politici (parte solo inetti, parte complici e facenti appieno parte del “sistema”). Chi fa politica in Italia? Ma è ovvio, il potere economico. Come sempre d’altronde. Leggasi, ad esempio, l’Eni, che si barcamena tra un colpo al cerchio e l’altro alla botte, ossia tra America e Russia. Per il resto (oltre ai grandi gruppi energetici come Eni ed Enel) c’è ben poco. Almeno a livello internazionale. Quindi cosa si pretende? La nostra è una classe politica impreparata. Quelli preparati si sono già sistemati o se ne sono andati all’altro mondo. E’ un po’ come il discorso dei giovani e dei pensionati. Mica tutti i giovani o tutti i pensionati sono uguali. C’è il figlio di Agnelli (o meglio c’era, perché gli agnellini sono andati tutti all’estero, portandosi dietro i capitali ovviamente) e c’è il figlio dell’operaio. C’è il pensionato al minimo che cerca da mangiare fra i rifiuti, e c’è il ricco professionista affermato, con una pensione di diverse migliaia di euro che si gode la bella vita (a volte meritata, ma nella maggior parte dei casi rubata alla società. In tutti i sensi). Quindi non si dovrebbe mai generalizzare, ma generalizzare fa il gioco di chi la vuole “buttare in caciara”, come si direbbe nella Capitale. La notte in cui tutte le vacche sono nere di schopenaueriana memoria. E quindi? E quindi niente, altro giro, altra farsa. In attesa della prossima “battaglia” dell’inutile e del superfluo da portare avanti, per riempirsi la vita, per far finta che si è ancora vivi, per credere che continuare così possa avrere un senso. Mentre intorno il mondo continua come se, giustamente dal suo punto di vista, non esistessimo affatto.