Calamandrei Piero, Amendola Giorgio, Andreotti Giulio, Basso Lelio, Bonomi Ivanoe, Croce Benedetto, De Gasperi Alcide, Della Seta Ugo, Di Vittorio Giuseppe, Dossetti Giuseppe, Einaudi Luigi, Fanfani Amintore, Foa Vittorio, Gronchi Giovanni, Gui Luigi, Iotti Leonilde, La Malfa Ugo, La Pira Giorgio, Leone Giovanni, Longo Luigi, Merlin Angelina Livia, Merzagora Cesare, Moro Aldo, Nenni Pietro, Nitti Francesco Saverio, Notarianni Giuseppe, Orlando Vittorio Emanuele, Pajetta Gian Carlo, Paratore Giuseppe, Parri Ferruccio, Pertini Sandro, Pollastrini Elettra, Rescigno Matteo, Romita Giuseppe, Ronchi Vittorio, Rosselli Enrico, Rumor Mariano, Saragat Giuseppe, Scalfaro Oscar Luigi, Segni Antonio, Tambroni Armaroli Fernando, Taviani Emilio Paolo, Terracini Umberto, Togliatti Palmiro, Treves Paolo, Valiani Leo, Zaccagnini Benigno.
“Carneade! Chi era costui?” ruminava tra sè don Abbondio seduto sul suo seggiolone, in una stanza del piano superiore, con un libricciolo aperto davanti, quando Perpetua entrò a portargli l’imbasciata. “Carneade! questo nome mi par bene d’averlo letto o sentito; doveva essere un uomo di studio, un letteratone del tempo antico: è un nome di quelli; ma chi diavolo era costui?”.
Sembra quasi di leggere il Manzoni per molti cittadini italiani, soprattutto se di giovane età.
Questi erano invece i nomi di alcuni fra i più conosciuti dei “padri costituenti” della Repubblica italiana (l’elenco completo lo potete trovare qui).
Matteo Renzi, Silvio Berlusconi: questi i nomi degli aspiranti “nuovi padri costituenti” di quel che resta della Repubblica italiana.
Se la cosa non fosse quasi tragica direi che fa quasi ridere. Già, c’è proprio poco da ridere oramai. Un Paese il nostro che sta registrando uno dei livelli più bassi nella sua millenaria storia, in diversi campi. Quello politico è palese tanto quanto quello economico, ma soprattutto quello culturale è infimo. “Cosa c’entra il livello culturale ora?”, direbbero i saggi che dispensano perle per ogni dove. C’entra, eccome! Un fenomeno da baraccone come Berlusconi o quello del finto innovatore, privo di consistenza politica e di pensiero, come Renzi sono il frutto di un tracollo culturale innanzitutto. Tracollo che pervade sì la politica, ma soprattutto la società che tale gente ha “partorito”. I nomi che ho citato all’inizio, di diversa provenienza culturale e fede politica, erano tutti legati da un sostrato comune: era gente preparata! Il nostro è un Paese che è sempre sopravvissuto grazie alla genialità di pochissimi e al buon lavoro di pochi, ma sostanzialmente si è trascinato in avanti, seguendo l’onda, per la maggior parte dei suoi cittadini. Ora il momento è grave, molto più di quanto non si percepisca. Lo Stato è massacrato dall’esterno, da poteri economici e finanziari che sono riusciti ad infiltrare loro uomini al suo interno (come in molte altre parti d’Europa), così come al suo interno da gente inconsistente ed impreparata che contribuisce ad aggravare la situazione generale. Il fenomeno del berlusconismo, per quanto biasimevole da innumerevoli punti di vista, ha rappresentato per i poteri finanziari esteri una vera anomalia, non allineata ai propri progetti e per questa ragione è stato “accantonato” in modo non proprio democratico (lo dico da feroce oppositore di quanto esso abbia rappresentato per il nostro Paese negli ultimi 20 anni). Il cosiddetto “nuovo”, in prospettiva, è peggiore. Questo per due ordini di motivi: il primo perché sono fermamente convinto che sia sapientemente “pilotato” da una serie di poteri economico-finanziari, tanto interni quanto esterni al Paese; il secondo perché, in questa vacatio d’idee e pensiero generali in cui siamo piombati, sembra essere alla maggioranza della gente che si fa “trascinare” dall’onda una sorta di “vento nuovo”, di “aria fresca”, di “rinnovamento” che tali non sono, anzi! Come diceva il personaggio di Tancredi, nel bellissimo romanzo di Tomasi di Lampedusa il Gattopardo, “bisogna cambiare tutto per non cambiare nulla” ed in questo sono bravissimi tutti, Renzi in testa con i suoi seguaci. Venti anni fa è stato il turno dei vari d’Alema, Veltroni & Co., ora è il turno loro, ma, perché c’è un ma e grande come una casa, ora i tempi sono cambiati. Il mondo va veloce, tanto, troppo per questi omuncoli e donnicciole che vogliono decidere dei nostri destini credendosi dei novelli demiurghi in grado di plasmare l’avvenire, non rendendosi minimamente conto di essere plasmati a loro volta da altri, essendo privi di un loro carattere e formazione solida. Se gli italiani non si svegliano e smettono di accettare supinamente ogni cosa gli venga propinata come fosse oro colato il futuro che vedo all’orizzonte è peggiore di quanto non lo prefigurassi solo fino a poco tempo fa. Come dicono gli spagnoli: suerte!