Il ballo mascherato della celebrità

Il ballo mascherato della celebrità

Allora, premesso che non scrivo più su questa pagina da lunghissimo tempo (mi manca quest’ultimo per l’appunto) e che quindi sarà difficile che qualcuno mi segua, ho deciso ugualmente di esprimermi qui perché posso dire “liberamente” quello che penso, senza essere crocifisso a destra e manca (tanto non mi legge nessuno).
La situazione politica internazionale che si sta creando mi sembra abbastanza chiara: la Germania l’ha fatta fuori dal vaso, o meglio, l’hanno fatta i poteri massonici che vi regnano più o meno incontrastati (il potere economico vero, quello che non si vede in televisione per capirci) esportando a gogo per anni (hanno superato l’export della Cina) e gli Stati Uniti, o meglio l’altra massoneria che vi si contrappone (ce n’è una anche favorevole, ma ora sembra in “minoranza” rispetto a prima) non digerisce questo fatto. Di qui i vari governi contrari all’establisment che si era creata in Europa negli ultimi 30 anni, vedi Italia, Ungheria, ecc., oltre ai gilet gialli che sono sì un segno di protesta del popolo, ma secondo me sono “agevolati” dalle alte stanze che si oppongono al massone Macron. E allora Trump, che rappresenta l’altra parte del potere e che ora ha la maggioranza, lancia un chiaro segnale alla Germania di Mutti dicendole che deve pagare il 2 per cento sul Pil in armamenti, perché vuole fiaccarne l’export economico. Risultato? Mutti (che tali poteri rappresenta) fa l’accordo con l’altro massone dall’altra parte del confine per rinsaldare le fila, alla faccia della barzelletta dell’Europa unita (mai esistita se non nei titoli dei giornali). Il tutto ora è più facile, visto che il cane da guardia britannico s’è ritirato per farsi i giochi suoi in tranquillità. Mutti ha ribadito il suo concetto d’Europa a Davos, dicendo a chiare lettere, fatevene una ragione che “bisogna accettare i reali rapporti di forza”. Cioé i suoi. 
A maggio ci saranno le elezioni europee. Il botto ci dovrebbe essere, a meno di un coniglio tirato fuori dal cilindro all’ultimo minuto da “quelli di prima”. Paradossalmente ciò che tiene assieme ancora l’Europa è “l’ombrello” della Nato. Tutti sotto, quindi non ci si può fare la guerra a vicenda. Altro che Europa. Massonerie, Chiesa, Mafia, Israele, Russia e (in parte) Cina. Ecco chi conta al mondo. Il resto è solo fuffa e belle parole per il popolino bue.
Buon proseguimento di visione della pantomima.
 
© Youtube RT Deutsch
 
E pur si muove

E pur si muove

Allora, è un bel po’ che non scrivo più qui sopra. Purtroppo, aggiungerei. Di cose ne sono successe molte in questo periodo, e sono piuttosto importanti. Il mondo sta cambiando, velocemente.
A parte la “crisi dei migranti”, che poi tanto crisi non è (ne ho parlato svariate volte di come fosse un atto programmato a tavolino), c’è stata l’elezione negli Stati Uniti di Donald Trump. Non è cosa da poco perché vuol dire che c’è in atto uno scontro di poteri come non se ne vedeva da trent’anni. I risultati si vedono nella politica internazionale (Siria, Corea) e in quella europea. L’attacco al cagnolino da guardia europeo, la Germania, per capirci, non è casuale. Dopo la parziale vittoria in Francia del petit Napoleon, è stato un segnale ben preciso. Per non parlare del “permesso” dato in Italia alla formazione del governo tra 5 Stelle e Lega.
In pratica quello che sta avvenendo è lo scontro tra due potentissime fazioni di massoneria. Si è visto bene con l’attacco compiuto da Draghi e Visco a Savona (che fa parte dell’altro ramo massonico rispetto ai primi due). Due mondi che si stanno scontrando a livello planetario in pratica. Si è visto un assaggio allorquando le petit Napoleon ha abbracciato, carezzato e baciato lui il Papa (sono della stessa parrocchia) e poi, recentemente, è stato a sua volta bastonato (la storia del suo amichetto beccato con le dita nella marmellata, non a caso). In pratica siamo solo all’inizio di qualcosa che è ancora molto aperta e dall’esito incerto. In tutto questo c’è Putin che sta a guardare alla finestra e sicuramente spera che “prevalga” la parte di Trump. La Cina aspetta. Nella Chiesa pure c’è scontro, tra el Pope (messo lì da quelli forti di prima) e quegli altri che cercano di combattere. Infine c’è la Mafia, che ancora non s’è mossa. Almeno all’apparenza.
Insomma, comunque la si metta, siamo in balia delle onde causate dagli altri. Tocca barcamenarsi e cercare di galleggiare nella… . Diciamo che, comunque, è sempre meglio dei trent’anni di pensiero unico voluti dai primi. Se non altro in questo senso un cambiamento in positivo c’è stato. S’è mosso qualcosa. Finalmente. Speriamo solo che non ci sommerga tutti.
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Altro giro, altro colpo. Ossia, venghino signori venghino

Altro giro, altro colpo. Ossia, venghino signori venghino

Allora, ricapitoliamo. Ieri la Commissione europea, in sole due ore, ha preso la decisione circa quale debbano essere le città che ospiteranno l’Eba (l’autorità bancaria europea) e l’Ema (l’agenzia europea per i medicinali): the winners are… Parigi e Amsterdam. Überraschung, come direbbero i tedeschi che, al contrario di quanto hanno riportato i nostri beoti giornali nazionali, ben sapevano che Francoforte non avrebbe avuto alcuna chance di ottenere la sede dell’Eba, essendo già la sede della Bce e del Parlamento europeo. Ma si sà, da noi bisognava distrarre l’opinione pubblica dal fatto che l’Italia abbia “inutilmente” fatto da cavia per le società farmaceutiche, obbligando, attraverso una classe politica inetta e compiacente, le famiglie ad una campagna vaccinatoria senza precedenti. Il che non vuol dire che i vaccini non siano utili, ma non 10. Quando io ero piccolo c’erano i vaccini obbligatori, ma erano quelli della cosiddetta trivalente (difterite, tetano, e poliomelite). Sono sopravvissuto. Sono stato fortunato? Può essere, ma non credo. Così le lobbies hanno deciso che l’Agenzia dovesse andare in lidi “meno problematici” e più “affidabili”, tanto la cavia ha fatto il suo compito.
Per quanto riguada l’Autorità bancaria nessuna meraviglia altrettanto. Dove mettere un secondo polo di controllo finanziario se non in casa del fedele esecutore Macron? Quindi, quale sorpresa? Un accentramento di potere nel polo politico-economico d’Europa, ossia Germania-Francia. I soli Paesi che l’élite finanziaria internazionali hanno deciso che debbano portare avanti le proprie strategie e politiche di potere.
E l’Italietta? L’Italietta che? L’Italietta non ha mai contato nulla, né mai conterà qualcosa. Soprattutto in quest’Europa e con questi politici (parte solo inetti, parte complici e facenti appieno parte del “sistema”). Chi fa politica in Italia? Ma è ovvio, il potere economico. Come sempre d’altronde. Leggasi, ad esempio, l’Eni, che si barcamena tra un colpo al cerchio e l’altro alla botte, ossia tra America e Russia. Per il resto (oltre ai grandi gruppi energetici come Eni ed Enel) c’è ben poco. Almeno a livello internazionale. Quindi cosa si pretende? La nostra è una classe politica impreparata. Quelli preparati si sono già sistemati o se ne sono andati all’altro mondo. E’ un po’ come il discorso dei giovani e dei pensionati. Mica tutti i giovani o tutti i pensionati sono uguali. C’è il figlio di Agnelli (o meglio c’era, perché gli agnellini sono andati tutti all’estero, portandosi dietro i capitali ovviamente) e c’è il figlio dell’operaio. C’è il pensionato al minimo che cerca da mangiare fra i rifiuti, e c’è il ricco professionista affermato, con una pensione di diverse migliaia di euro che si gode la bella vita (a volte meritata, ma nella maggior parte dei casi rubata alla società. In tutti i sensi). Quindi non si dovrebbe mai generalizzare, ma generalizzare fa il gioco di chi la vuole “buttare in caciara”, come si direbbe nella Capitale. La notte in cui tutte le vacche sono nere di schopenaueriana memoria. E quindi? E quindi niente, altro giro, altra farsa. In attesa della prossima “battaglia” dell’inutile e del superfluo da portare avanti, per riempirsi la vita, per far finta che si è ancora vivi, per credere che continuare così possa avrere un senso. Mentre intorno il mondo continua come se, giustamente dal suo punto di vista, non esistessimo affatto.
 
 
Trent’anni di transizione, a nostra insaputa

Trent’anni di transizione, a nostra insaputa

Io ho sempre ritenuto la nostra attuale classe politica come inadeguata all’evolversi della situazione storica. I motivi sono molteplici, ma in questo articolo è ben spiegato cosa sia avvenuto negli ultimi 30 anni, dalla caduta del Muro in poi. Anzi, a partire da prima di essa. Il Capitale dell’epoca preparò a tavolino la transizione del mondo dal periodo storico dell’Unione Sovietica a quello post stato totalitario, favorendone il collasso interno ed esterno. Non fu di certo un caso l’elezione a Pontefice di Karol Wojtyla (guarda caso primo Papa non italiano dopo 455 anni), e la morte del suo predecessore Albino Luciani. Occorreva che la Chiesa favorisse determinati fenomeni rivoluzionari ad Est e il cardinale di Cracovia faceva all’uopo.
Da noi, come dicevo, la vecchia classe politica non capì cosa stesse avvenendo e fu lentamente, ma inesorabilmente messa da parte, anche con il famoso processo di “mani pulite”. Che i partiti prendessero finanziamenti illeciti lo sapevano tutti da sempre, ma non fu un caso che si fece scoppiare lo scandalo all’epoca in modo da spazzare via quel che restava della politica venuta fuori nel dopoguerra. Occorreva mettere al comando uomini “nuovi”. Fu così che i pupilli dei vecchi politici videro l’occasione per farsi avanti, pensando di essere gli interpreti di un rinnovamento che  in realtà era pilotato, in gran parte a loro insaputa. Soprattutto nella Sinistra il fenomeno prese piede e fu così che gente come D’Alema andava a Londra a sentire cosa dicevano i “mercati”. Proprio quei mercati che avevano architettato il tutto. Questa nuova “classe” politica fu in parte usata e in parte si riprodusse con tutta una serie di parvenu e gente incompetente che non faceva altro che assecondare il gioco del Capitale. Quest’ultimo, pian piano, si trasformò in Capitale finanziario, prendendo progressivamente il posto di quello tradizionale, grazie anche all’abolizione del Glass-Steagall Act da parte di Bill Clinton. Il Capitale finanziario ha da allora progressivamente favorito in tutti i modi possibili la propagazione della globalizzazione, a partire dalla creazione (ovviamente già da lungo tempo programmata) dell’Unione europea che non a caso, al di là delle belle parole usate per far credere alla gente ad un progetto che in realtà non è mai esistito nelle intenzioni di chi l’ha creato, è di fatto solo quella dei capitali internazionali, liberi di fare e disfare a proprio piacimento ciò che vogliono. Per questo scopo è stata favorita una “classe” politica di inetti e parvenu, affinché mettesse in atto il compito sporco di eliminare tutte le resistenze costituite dai diritti socio-economici ottenuti nel secolo scorso, attraverso dure lotte sociali e sindacali. Quando poi le posizioni si sono rafforzate sufficientemente, il nuovo Capitale finanziario ha deciso che era giunto il momento di mettere direttamente propri uomini al comando degli Stati nazionali, ritenendo non più necessario utilizzare i polli da batteria che erano cresciuti nel corso degli ultimi anni. Così si è creata una propria “classe politica” rappresentata dai vari Monti, Rajoy, invece di Junker o Tusk nelle istituzioni europee, o ha favorito i parvenu come Renzi, permettendogli di arrivare alle leve del comando con una certa facilità. Oppure ne crea in laboratorio in tempi ristrettissimi per contrastare eventuali focolai di ribellione che si manifestano attraverso il consenso dato a personaggi “populisti” come la Le Pen, e crea dei veri e propri esseri artificiali come Macron. I pochi veri politici internazionali rimasti, leggi Merkel in Germania, sono al servizio della propria élite finanziaria nazionale che ne alimenta il potere. Certamente questa è una classe politica ancora di vecchio stampo, ma totalmente venduta ai voleri della classe finanziaria, quindi il discorso non cambia se non per il fatto che riesce ancora a mediare con la seconda per poter mantenere una certa autonomia decisionale politica che la rende, almeno all’apparenza, efficiente ed autonoma davanti al popolo. In altre parole, in modo intelligente, dà a vedere di dare un colpo al cerchio e l’altro alla botte concedendo finte politiche sociali, mentre di fatto favorisce il Capitale che la comanda (come è sempre avvenuto storicamente). Tuttavia il malessere sociale si manifesta anche in questo Paese appunto in Francia con la Le Pen) e si cerca di arginare il fenomeno attraverso il discredito e fomentando paure di ogni genere. Ad esempio il fenomeno terroristico di stampo “islamista” è una delle forme messe in atto dal Capitale per orientare le masse verso un maggior controllo spacciato per maggiore sicurezza e, nel contempo, per distrarre l’opinione pubblica da ciò che si sta attuando realmente. Si dà in pratica un nemico esterno verso cui riversare il proprio malcontento e si deviano le paure verso un fenomeno creato ad hoc, con la complicità dei Servizi di mezzo mondo. Anche se qui si aprirebbe un altro capitolo inerente l’utilizzo dei Servizi di mezzo mondo a scopo di battaglia fra gruppi di potere nazionali e sovranazionali. 
Nel contempo nell’ambito sociale si promuovono tutta una serie di “armi di distrazione di massa”, come finti scandali di cui far parlare l’opinione pubblica per mesi (vedi quello recente degli abusi sessuali nel mondo dello spettacolo), oppure si promuovono cause di principio anche giuste, come il matrimonio per gli omosessuali, ma usate al solo scopo di “distrarre” un’opinione pubblica becera e poco attenta da quelli che sono i reali problemi che dovrebbe tenere sotto controllo. Oppure si fa discettare la gente per mesi sullo Ius soli, cosa già regolamentata e che si potrebbe, al limite, rivedere nelle sedi opportune con semplici modifiche marginali. Cosa c’è di meglio che parlare di “Stepchild adoption”, usando volutamente termini inglesi per confondere ancor più le idee a chi già è molto “disattento” di suo. In pratica è il concetto dello stolto che guarda il dito e non la Luna. Ti fomento l’opinione pubblica su cose marginali, che faccio parlare e scannare su cose del tutto marginali, o che comunque potrebbero e dovrebbero essere affrontate con altri tempi e in altri modi, per non fargli cogliere il momento storico che gli si sta imponendo e ciò che gli si sta facendo passare sotto il naso.
In pratica è il vecchio concetto usato dai Romani del “divide et impera”, dividi e comanda, cosa c’è di meglio per controllare un popolo che si sta sempre più “webetizzando” (per usare un termine di un giornalista italiano)? Il popolo lo si vuole, ovviamente, tenere nell’ignoranza, perché un essere che non sa, non si pone domande e non pensa troppo. Quindi meglio il calcio o il Grande fratello, piuttosto che Maria De Filippi o Domenica in, versione moderna. Oppure ci sono i social media come Facebook, potentissimo mezzo dove questa politica del caos è messa in atto all’ennesima potenza. Tutto e il contrario di tutto, dai gattini alle false notizie, dalle finte petizioni per vedere se si è sensibili a determinati argomenti, al “siamo tutti Charlie Hebdo”, usato per vedere chi è influenzabile e su quali argomenti per l’appunto. E direi che da questo punto di vista il successo è massimo. Una marea di esseri influenzabili, che non vogliono sforzarsi di pensare e passano le proprie giornate a cliccare sullo schermo di un cellulare, nella falsa illusione di sentirsi ancora vivi, ma ignorando, purtroppo, di essere stati uccisi già da tempo. Me compreso!

 

© isaacbotkin.com

 

 
L’aria che mi manca

L’aria che mi manca

Ieri dopo molto tempo sono tornato a respirare. 
Ho aperto i polmoni e ho fatto entrare tutta l’aria che erano capaci di contenere. 
Mi sono beato e per due ore ho goduto quel momento di pura gioia. 
Sapevo che non sarebbe durato a lungo, ma non m’importava. Stavo bene. 
Oggi sto male, mi manca l’ossigeno che ho bevuto con tutto me stesso in quei brevi momenti. 
I miei polmoni non si allargano più, e il mio sguardo è tornato triste, come sempre. 
Mi manca la gioia che hanno provato i miei occhi nel far entrare il tuo sguardo dentro di me. 
Ma ce l’ho qui, dentro di me, stampato per sempre nella mia anima. 
Sono i polmoni e i miei occhi che non lo capiscono proprio. 
Come gli posso spiegare tutto il tempo che passerà prima che si riempiano nuovamente del tuo sorriso?
La grande menzogna

La grande menzogna

La falsa alternativa che è concessa ai cittadini di mezzo mondo, Europa in testa, è quella di poter scegliere fra partiti di destra o presunti tali, per lo più bollati con l’appellativo di “populisti” e partiti sé dicenti difensori dei valori democratici e, nel caso del vecchio continente, dei valori europei, in realtà vuoti propositi sotto cui si cela solo una moneta unica imposta. I secondi, in realtà, non sono partiti progressisti, con un vago “sapore” di valori di quella che una volta si sarebbe detta “sinistra”, bensì sono la faccia nascosta di un capitalismo finanziario che ha oramai preso il posto di unico “rivale” alle idee di “destra”, essendo a sua volta quanto di più reazionario si possa presentare sul panorama pubblico politico internazionale. Un esempio lampante è Macron in Francia, candidato artificiale creato dalle èlite appositamente per avversare la Le Pen, vista la debolezza degli altri fantocci che partecipavano alla gara per le elezioni. Il problema è che, non essendoci più un pensiero che si contrappone al liberismo dilagante, qualunque affermazione di “buon senso” fatta da parte di chi è di “destra” viene automaticamente bollata come fascista da chiunque pensi la stessa identica cosa. Ad esempio dire che c’è bisogno della certezza del diritto non è di “destra”, bensì una regola basilare dello Stato, ma per il fatto stesso che viene detto dalla “destra” diventa per ciò stesso un modo di intendere lo Stato, e con esso chi pensa che sia un concetto valido, come “fascista”. Anche Hitler o Mussolini ogni tanto avranno detto cose di buon senso, ma questo non ha fatto di tali pensieri un pensiero “nazista” o “fascista”. La nitroglicerina di per sé non è necessariamente negativa: se usata per scavare le miniere è positiva, se usata per far saltare in aria qualcuno è negativa. Dipende dall’utilizzo che se ne fa e da chi la usa. Ma questo è. In questo periodo storico non si può dissentire senza essere tacciati di fascismo e di essere reazionari. Il pensiero deve essere pensiero unico. Non si può dissentire, non si può essere “terze parti” nel discorso: o si sta di qua o si sta di là. Non c’è una terza via. Caso lampante di questi giorni la questione sulle Ong che scorrazzano nel Mediterraneo. Nessuno nega che ve ne siano (e vi sono sempre state) di “sane”, per così dire genuine, ma è tuttavia legittimo chiedersi come mai ne siano proliferate così tante ultimamente e perché operino in quel modo come fanno, prendendo i migranti praticamete sulle coste libiche e scaricandoli direttamente sulle coste italiane. Non è reato chiedersi chi le finanzi e non è reato non accettare la voce unica che su questa faccenda viene propagandata dalla mattina alla sera ovunque, dalla Chiesa in testa. Chiesa che peraltro io non considero un attore internazionale neutrale, bensì parte attiva in tutto ciò che sta accadendo in questo periodo storico (come negli altri della Storia del resto). Così, io che sono mago, faccio una previsione che temo che si avvererà: scommettiamo che nel momento in cui si andasse avanti con le indagini e venisse rotto questo vaso di Pandora sulle Ong, bloccando o rallentando significativamente lo sbarco dei migranti, inizieranno ad esserci attentati anche da noi in Italia? Finora non sono avvenuti e tutti dicono grazie ai nostri “intelligenti” servizi di sicurezza… così intelligenti che in più epoche hanno fatto parte attiva dei disastri nel nostro Belpaese (attentati, stragi, rapimenti, ecc., almeno per la loro parte “deviata”). Ma scommettiamo che, purtroppo, in quel caso inizierebbero anche da noi? Spero tanto di sbagliarmi, ma vedremo.
In Italia c’è un’aria da decadenza di fine impero, proprio come quando finì quello Romano. Disordine, noncuranza, nessun rispetto delle regole e della legge. Un Paese in disfacimento totale. Il lungo inverno del nostro scontento sta purtroppo solo iniziando temo. A meno che…

La rana è bollita

La rana è bollita

Dopo così lunga assenza, riprendo le fila di un discorso lasciato un po’ di tempo fa. Molti sono stati gli avvenimenti di quest’ultimo periodo. Dall’elezione di Donald Trump a Presidente degli Stati Uniti, alla bocciatura della riforma costituzionale in Italia, a seguito del referendum del 4 dicembre. Poi l'”attentato” di Berlino e l’uccisione dell’ambasciatore russo ad Ankara, ed infine l’aereo russo precipitato nel Mar Nero. Un bel quadretto di fine anno. Poi i fuochi d’artificio di Capodanno a Istanbul, altro capitolo di una saga alla quale ci dobbiamo abituare, perché è stato stabilito che così deve essere. Non ha importanza dove. L’importante è che la tensione sia sempre alta, che la gente si senta “insicura” e che le vengano date “false” protezioni contro un nemico che in realtà non c’è, ma è creato ad arte per ottenere un controllo sempre maggiore ed un’invasività della libertà personale senza precedenti.
Piano Kalergi a parte, al quale si può credere o meno, e alle teorie sull’immigrazione, ciò che è un fatto è che non c’è in realtà stata soluzione di continuità dalla prima guerra mondiale ad oggi. E le guerre non servono se non a chi le vuole. Il punto è sempre quello di stabilire chi è che le vuole realmente. Sarebbe interessante rileggere la storia che ci è stata insegnata sui banchi di scuola, o scritta nei libri. Ad ogni periodo di crisi a livello mondiale è sempre seguito un periodo più o meno lungo di ripresa economica e la seconda guerra mondiale è stata la prosecuzione della prima per finire ciò che era stato inziato e non portato a termine. E’ seguito il periodo dei due “blocchi”, quando gli interessi di ciò che non si può neanche nominare, sennò si viene subito tacciati di antisemitismo (confondendolo con l’antisionismo, semmai) e di credere ai poteri della massoneria, che per i più è un’organizzazione di complottisti ottocenteschi messi da parte dalla storia. Ovviamente niente di più falso, ma questa è un’altra stroria.
Oggi, come ha detto il Papa (che è un gesuita ed è un prete, quindi fa parte di una delle grandi potenze che giocano questa partita mondiale a risiko), siamo in piena terza guerra mondiale. Le vittime ci sono, anche se si confondono con la quotidianeità spiattellata a tutti ogni giorno dai mass media. Le vittime, di fatto, siamo tutti noi, chi ucciso nel corpo, chi ucciso nella mente e nell’anima. Non si capisce bene cosa sia peggio. “Cotidie morimur; cotidie enim demitur aliqua pars vitae” (ogni giorno moriamo; ogni giorno ci viene tolta una parte della vita), diceva Seneca. E proprio questo accade. Hanno progettato un futuro per noi, per tutti noi e, imprevisti a parte, cercano di metterlo scientemente in atto, giorno dopo giorno, lentamente, secondo il principio della “rana bollita“. 
C’è chi si adegua a questa situazione perché troppo stupido e non comprende che lo stanno cuocendo a fuoco lento; c’è chi lo comprende e si mette al servizio di chi scalda l’acqua diventando anch’egli aguzzino a pagamento; c’è chi lo fa non perché ha capito e vuole rimanere a galla, bensì perché è troppo stupido per capire chi sta realmente servendo; e c’è infine chi ha compreso e cerca di combattere il sistema. Ma purtroppo questa è una categoria che non ha possibilità alcuna di vincere, a meno che la massa che viene lentamente bollita non trovi che l’acqua sia effettivamente troppo calda.
Per evitare ciò, ogni tanto, viene creata tensione e vengono messe in atto leggi sempre più restrittive della libertà: videosorveglianza ovunque con la scusa della prevenzione, controllo dei media e dei contenuti diffusi su di essi, controllo della privacy delle comunicazioni private, sempre con la stessa medesima scusa: la sicurezza. 
Avevo previsto come si sarebbe svolta la questione dell'”attentato” del mercatino di Natale a Berlino. L’avevo previsto per filo e per segno. Ma non sono un mago. Semplicemente guardo con altri occhi quello che mi viene proposto come “la verità”, e vedo la sceneggiatura secondo la quale gli avvenimenti si svolgono sotto gli occhi di tutti. Come un’immensa recita. Avevo anche previsto che ci sarebbe stato qualcos’altro entro breve, come è successo ad Istanbul. Sempre secondo il medesimo copione, oramai quasi scontato. Scommetto infatti che per i prossimi, in futuro, si cambierà registro, si varierà sul tema per non dare troppo nell’occhio. Errori alla 11 settembre se ne possono fare in numero limitato, poi si rischia di non apparire più come credibili. Anche se i ghiacciai si stanno sciogliendo e la gente si sta sempre più abituando al calore dell’acqua…
 
Tutto come previsto o il nemico ti ascolta…

Tutto come previsto o il nemico ti ascolta…

Il piatto è servito. Il cerchio si chiude.
Ma andiamo per ordine. Se voglio andare da A a B, e voi non volete che io vi arrivi, ho tre modi per farlo: o ci vado direttamente, rischiando però che voi vi arrabbiate sul serio e me lo impediate, chissà, anche cacciandomi via in malo modo; o faccio finta di niente e ci arrivo a piccolissime tappe consecutive, cosicché non ve ne accorgiate più di tanto (un po’ come il gioco che si faceva da bambini “uno, due, tre, stella!”); oppure passo prima da C, poi da D, poi da F e così via per tornare poi a B. Ebbene, queste due ultime metodologie sono quelle che stanno adottando, con un certo successo direi. Adottando chi? Potrebbe chiedere un lettore distratto di questo blog. Sempre loro, i cosiddetti “poteri forti” (perché esistono, eccome), l’alta Finanza, le multinazionali, chi decide in pratica come debbano andare le cose del mondo. Con il permesso delle pecore, ovviamente. Ebbene, fra le varie mosse messe in atto per un controllo pressochè totale sui cittadini/sudditi c’è stata la genialata dei profughi, armi di invasioni di massa mandate ad hoc in Europa.
Ho già scritto in questo blog del fatto che io pensi che l’arrivo di un così grande quantitativo di “profughi” verso l’Europa non sia affatto casuale (vedere qui, qui e qui). Ora che i profughi ci sono (ed in parte continuano ad arrivare) si passa al gradino successivo. Ebbene, dopo gli “attentati” francesi e quelli dell’estate tedeschi, arriva ora il mago Thomas de Maizière, alias ministro degli Interni tedesco, che ha fatto sapere che i servizi segreti (manco troppo) tedeschi, in collaborazione con quelli americani (ma tu guarda un po’) e con quelli sauditi (altra sorpresona) e, udite udite, alcune aziende informatiche della Silicon Valley (ma chi saranno mai!) hanno smascherato i presunti terroristi (ragazzini di poco meno e poco più di 20 anni, ma guarda un po’ anche qui il caso) decriptandogli i messaggi che si sono scambiati in chat e email con i loro “addestratori”. Capita l’antifona? E ora chi li ferma più? “In nome e per conto della vostra sicurezza, vi facciamo sapere apertamente (perché lo facevamo già, ma di nascosto) che d’ora in avanti controlleremo tutte le vostre email e conversazioni sui social media e sistemi di chat (quali Messenger, WhatsApp, Viber, Telegram et similia).”. Beccatevi questa e zitti. Et voilà, un altro passo è fatto. Il prossimo? Mah, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tanto le pecore basta bastonarle ogni tanto e tutto va bene.

Aveva ragione il poeta: 
 Ma se io avessi previsto tutto questo,
dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi,
questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni?

Famose du spaghi

Famose du spaghi

Burkini sì, burkin no
Se famo du spaghi…
È la terra dei cachi. È la terra dei cachi globale, bellezza.
In questa estate di guerre lontane e vicine (come quella in atto in Europa, camuffata), in questa estate di sbarchi e voglia di divertirsi, ecco le ultime due chicche tirate fuori dal cappello a cilindro dei soliti registi: la polemica cretina ed inutile sul burkini (trovata commerciale di una tizia australiana) e la foto del piccolo soccorso ad Aleppo, tirato fuori dalle macerie di un palazzo bombardato. Armi di distrazione di massa, come tante altre messe in atto in questi ultimi periodi. E dietro tutti i beoti a commentare e seguire gli avvenimentoni del giorno. Ovviamente capitanati da una stampa un po’ supina, un po’ a corto di idee perché fatta da gente incompetente che deve giustificare lo stipendio a fine mese. Allora tutti a parlare su tv, carta stampata, social media, del nulla assoluto. “Il burkini va contro i nostri principi e la nostra civiltà” (quale poi? La stessa che va a casa altrui a bombardare?), “va contro la libertà della donna” (se ne ricordano tutti quando si sollevano questioni così profonde, donne in testa), ecc. ecc.. Per non parlare poi della foto messa a bella posta su tutti i media del mondo del povero bambino frastornato, tirato fuori dalle macerie. È l’Aylan del 2016. Già perché la foto fasulla del povero bambino morto, spostato sulla spiaggia in quella posizione ad hoc, è esattamente dei primi di settembre di un anno fa. Occorreva assolutamente trovare un immagine simbolo per il mainstream internazionale, per invocare sdegno e commozione, gli stessi, ovviamente, che non ci sono quando non si vedono tali immagini. Già, perché di bambini sotto le bombe ne muoiono praticamente ogni giorno, ma non vedendoli non fanno scalpore e non commuovono il paludato mondo occidentale. Solo ciò che si vede (anche quando artefatto ad hoc) esiste. Allora occorre mettere su un immenso set cinematografico hollywoodiano per tutti. Sempre, però, tendendo la tensione sufficientemente alta per il prossimo, possibile, del tutto casuale attentato.
Sì, famose du spaghi che è meglio!

La preziosità del tempo

La preziosità del tempo

Non ho più tempo. Non ho più tempo come una volta. Il tempo è una cosa preziosa ed un lusso che non tutti si possono concedere, soprattutto al giorno d’oggi. Non ci si pensa, ma ogni istante rubato al triste dovere quotidiano per tentare di sopravvivere è qualcosa di guadagnato alla vita. Anche se la domanda è più che lecita: è forse vita questa? Poi ci si pensa più attentamente e ci si risponde: purtroppo sì, è la nostra. È quella che ci hanno consegnato quella che sono venuti prima di noi. È quella che ci siamo costruiti, nel bene e nel male, con le nostre stesse mani. È quella che hanno stabilito altri che dovessimo vivere.
Sembra retorico, ma siamo come criceti nella ruota. E giriamo, giriamo, giriamo, illudendoci di andare chissà dove. Mentre non ci accorgiamo che stiamo sempre fermi, aspettando un’alba che abbia colori diversi e che non si tingeranno mai di rosa.
Tutto ciò è di una tristezza infinita e m’attanaglia l’animo.

 

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