Il terrore

Il terrore

Rieccoli. Sono arrivati puntuali come la morte (non vuole essere un macabro giro di parole il mio). Stavolta dal mare con i gommoni. La prossima chissà. Il terrore ad uso e consumo di chi sta in vacanza, ad uso e consumo dei “telespettatori” occidentali, coloro che guarderanno su internet filmati ripresi da cellulari e camere di altri turisti o, magari, di gente che era appositamente lì ad aspettarli. Chi può dirlo? Comunque ha poca importanza. Ciò che conta è l’effetto finale. Sempre quello: instillare nell’animo il terrore, la paura, l’insicurezza. Cosa c’è di meglio, infatti, che spargere il terrore per ottenere una generosa offerta di limitazione della propria libertà in nome della sicurezza? Agiscano essi in Siria, in Tunisia o in Francia non è poi così importante. Tanto nell’epoca dell’immagine l’effetto è il medesimo. L’importante è l’effetto che la cosa ha. E l’effetto è sicuro. Fa parte di un piano a vasto raggio. L’insicurezza è quella economica, di una politica oramai inesistente, di un senso di frustazione dovuta al disagio sociale chiaramente voluto, di un riversamento di futura manodopera a basso costo sulle coste europee fatto letteralmente strappando dal loro territorio migliaia di persone, cosa quest’ultima fatta o coercitivamente in modo diretto oppure tramite guerre che costringono ad una fuga veloce. In “Occidente” non ci si domanda mai chi finanzia il “terrrorismo” e perché, tranne in pochissime eccezioni. Gruppi perfettamente armati, non contrastati dagli eserciti che si sono spinti fino al lontano Afganistan dove, sia chiaro, si andava solo per “aiutare” le popolazioni locali. Quando gli europei si sveglieranno? Quando capiranno che è ora di prendere a calci questi succedanei di Governi fantoccio messi lì ad hoc? Quando si ribelleranno a questo stato di guerra subdola che stanno subendo e che li ridurrà sempre più in uno stato di sudditanza? Temo mai, speriamo che mi sbagli.
Ominicchi e quaquaraquà

Ominicchi e quaquaraquà

Leonardo Sciascia fa esporre, in modo magistrale, a don Mariano ne “Il giorno della civetta” quelle che per lui erano le varie tipologie di uomini al mondo: «Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà… Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini… E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi…E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito… E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre… Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo…» 
Bene direi che il quadro per descrivere la situazione internazionale ed italiana in particolare ci sia tutto. Il nostro beneamato premier, il twittatore folle, direi che può rientrare tranquillamentte nella categoria degli ominicchi: si crede grande statista, spara frasi ad effetto che tanto colpo fanno sugli italioti (che oramai si dividono fra “pigliainculo e quaquaraquà) e “scimmiotta” i grandi, quelli che i fili li tirano veramente mentre si fanno crasse risate nel vedere come le anatre annaspano nelle pozzanghere che gli sono rimaste.
Dopo l’esperimento sociale della Grecia si è passati, direi con esito del tutto positivo, a quello dell’Italia. L’industria (quella pochissima “pesante” che aveva, ma soprattutto quella manifatturiera che era il “nocciolo duro” della nostra economia) è stata smantellata, pezzo a pezzo, svenduta per tre denari, come si suol dire. Le Istituzioni sono ridotte a simulacri di difensori dei valori oramai fittizi e sono state smembrate anch’esse nominalmente e di fatto. La costituzione, sicuramente non la “più bella del mondo”, ma certaemente una delle migliori, è stata in più occasioni attaccata per minarne i principi fondanti. I partiti politici non esistono più, sostituiti da un “unicum” omopensante (il cui pensiero, nel migliore dei casi, non esiste affatto, mentre nel peggiore è sapientemente guidato da altri). I sindacati ed i diritti dei lavoratori sono stati minati alla base, mentre i contratti di lavoro sono stati uniformati ad una realtà che nei fatti già esisteva di estrema precarietà, rendendola però regola incontestata ed incontestabile, facendola passare per la migliore possibilità di sopravvivenza in un mondo in continua trasformazione, soprattutto nel campo lavorativo. I cittadini sono oramai arrivati al rango di sudditi, di anatre che annaspano nelle pozzanghere che gli sono lasciate per fargli credere di essere ancora vive e vitali, mentre di fatto sono come i pesci che vengono allevati negli allevamenti intensivi: non devono crescere pià di tanto perchè non ce n’è bisogno. Si possono consumare in fretta e dopo di loro ce ne saranno altri al loro posto che ricopriranno la stessa funzione.
Il livello di tensione sociale, ovviamente, per mantenere tale status quo, è volutamente tenuto alto, favorendo illegalità a vari livelli (dai mafiosetti che regolano la vita sociale della Capitale, agli zingari che scorrazzano indisturbati nelle strade cittadine compiendo pià o meno piccoli reati, alle minacce presunte o reali di terrorismo internazionale, cosa quest’ultima in particolare che dà adito ad un maggiore controllo sociale, restringendo le libertà personali in nome di una presunta maggiore sicurezza).
Questo a livello nazionale. A livello internazionale l’Europa è ridotta ad un simulacro d’un’idea che si regge solo sulla speculazione di una moneta regolata da un gruppetto di oligarchi privati, parte anch’essi di quanti tirano veramente le fila dei “destini del mondo”, mentre viene sistematicamentte smembrata nei suoi ideali d’unione e rafforzamento politico. Quindi l’uscita della Grecia (non voluta, ma a questo punto sperata) e quella auspicabile fin dall’inizio della Gran Bretaagna (a questo punto voluta e programmata) fanno parte di un processo di destrutturalizzazione del vecchio continente.
Non c’è che dire, proprio un bel quadretto. Tutto questo mentre i destini del mondo si decidono, manco a dirlo, con i “giochi” politici internazionali fra Usa, Cina, Russia, Israele e Paesi Arabi.
Brindiamo! Dopotutto siamo arrivati quasi a metà dell’anno…

Chi di Kiev ferisce, di Atene perisce

Chi di Kiev ferisce, di Atene perisce

La mossa politica messa in atto da zar Putin è da manuale. Gli accordi economici raggiunti con il governo di Tsipras circa il passaggio del gas russo sul territorio greco, permettendo così ad Atene di ripagare l’ingente debito accumulato con la UE, sono un vero cavallo di Troia messo in atto da Mosca all’interno dell’Europa. Washington non sarà di certo contenta, così come la BCE che speravano in un eterno gioco al massacro nei confronti dei greci incapaci di saldare tale somma (stiamo parlando di circa 320miliardi di debito pubblico), anche alla luce delle dichiarazioni dello stesso Tsipras riguardo le sanzioni imposte dalla UE, affermando che occorre «abbandonare il circolo vizioso delle sanzioni» contro la Russia. Al di là del risultato della mossa messa in atto da entrambi i leaders politici quello che spiace (almeno a me, che sono un noto complottista controcorrente) è vedere come l’Europa sia diventata il campo di battaglia preferito di America e Russia (il resto del mondo lo era già). Direi che manca solo la Cina, poi il quadretto è completo. Questo mostra ulteriormente quanto l’Europa sia un gigante dai piedi d’argilla, senza una conduzione politica comune, pilotato dall’esterno per puri interessi economici. E’ pertanto diventato un territorio da sfruttare economicamente e politicamente per scopi altrui. I politici miopi dei nostri Paesi, nessuno escluso, non vedono o non vogliono vedere ciò che sta accadendo, o meglio, è già accaduto. Hanno lasciato che un intero continente diventasse letteralmente schiavo dei voleri altrui, chiamando “in soccorso” altre potenze mondiali (anzi, non c’era bisogno di chiamarle, visto che si sono imposte da sole) che hanno deciso del suo futuro. Non è una questione di nazionalismi (personalmente non lo sono mai stato), è una questione di realtà politica. E’ quello che è accaduto e che continua ad accadere. Il mondo si muove e rapidamente, mentre noi siamo inermi alla finestra a guardare come veniamo distrutti lentamente (la nostra storia, cultura, tradizione, umanità intesa nel senso di capacità di porre l’uomo al centro della società, senza coinvolgimenti religiosi). Mi fa male vedere tutto ciò e mi sento impotente davanti ad uno sfacelo del genere, ma fintanto che la gente non si sveglierà le probabilità d’invertire la tendenza le vedo assai scarse per non dire nulle.
Gustavo Aceves – Cavallo di Troia
Piccolo mondo antico

Piccolo mondo antico

Tanto, tanto tempo fa c’era un mondo non proprio genuino, ma senz’altro più intellegibile di oggi. In quel mondo c’erano l’ingiustizia e l’inganno, tanto quanto oggi, ma erano in qualche modo più identificabili, visibili a chiunque. Le attività poste in atto da chi tali ingiustizie compiva per coprirle erano comunque riconoscibili all’occhio dei più attenti osservatori e questi ultimi venivano per lo più emarginati ai bordi della società, tacciati di vizi e la loro immagine veniva riempita di pregiudizi da parte della cosiddetta opinione pubblica, mezzi d’informazione in testa. La cosa non era,  ovviamente, positiva, ma i ruoli erano chiari.
Oggi è tutto cambiato, nulla è più come prima. O meglio, l’ingiustizia e l’inganno continuano ad essere parte integrante della società, ma ciò che è cambiato sono i ruoli e gli attori in scena.
Dopo la caduta del Muro, infatti, è venuto meno il classico ruolo del gioco del “bene” contro il “male” ed è stato necessario mischiarli. Quale migliore escamotage, nell’era dell’immagine e dell’apparire, che rendere gli stessi spettatori protagonisti, dando loro una funzione non marginale nella mess’in scena stessa? Quale meravigliosa opportunità quella di rendere chi dovrebbe giudicare coprotagonista della pantomima stessa?
Et voilà, il gioco è fatto. Nella società dove l’immagine e l’informazione mediatica è tutto, si può operare un condizionamento collettivo delle coscienze molto più facilmente. Immagini manipolate ad hoc (vedi torri gemelle, oppure massacri di giornalisti palesemente preparati da professionisti del settore e non da quattro presunti scalzacani arabi nel caso di Charlie Hebdo), piuttosto che campagne mediatiche contro il russo cattivo invasore. Le informazioni e le immagini sono appunto manipolate più o meno bene, a tal punto da rendere partecipe lo spettatore-consumatore delle stesse come parte in causa dello stesso gioco, facendolo sentire partecipe dello sdegno (al punto da scendere in piazza manifestandolo tale sdegno) e convincendolo ad abbandonare i suoi diritti e la sua privacy in nome di una presunta sicurezza perduta (l’abbiamo mai avuta realmente?). Sono bravi, e molto, questi manipolatori dell’informazione, al punto che chiunque osi dubitare della loro mess’in scena viene automaticamente tacciato di “complottismo”, che oramai è sinonimo di “non allineato”. C’è chi è consapevole della manipolazione delle immagini e delle notizie e ci gioca su (si veda il caso del famoso dito medio alzato di Varoufakis), ma il confine del vero dal falso è così labile che si fatica a distinguere cosa sia l’una e cosa sia l’altra realtà offerta.Oggi i manipolatori sono globali, il grande inganno non è più una favoletta che, sostenevano i detrattori, s’inventano quattro sfigati che non vogliono vedere “la realtà” e che vedono il male dietro anche le più “innocenti” intenzioni. Si va in guerra e si uccidono decine di migliaia di persone in nome di presunte minacce e pericoli creati ad hoc, fingendo che, una volta scoperto l’inganno, tutto sia come prima. Nessuna condanna, nessuna sollevazione popolare o, questa volta sì giustificata, scesa in piazza contro un modo di manipolare le coscienze per scopi neanche troppo nascosti. Questo vuol dire solo una cosa, cioè che il livello d’assuefazione è talmente elevato oramai che si dà tutto per scontato e “normale”. E questo non accade soltanto nella nostra addormentata Italia.
Il vuoto pneumatico

Il vuoto pneumatico

Chiacchiericcio di sottofondo. Ecco come si potrebbe descrivere la situazione politica e d’informazione in Italia.
Analizzando le azioni di politica sia interna che estera c’è da rimanere esterrefatti. Il nulla assoluto. Il vuoto pneumatico fatto persone e vacui discorsi. Ed intanto il mondo continua a girare mentre nel piccolo paesucolo affannato dietro a sentenze date su uomini politicamente morti (imbalsamati da uno stuolo di sodali e dall’opinione pubblica che in questo modo riempie la scena di per se stessa desoltante). L’Ucraina è la testa di sfondamento in Europa per una politica d’oltre oceano che rischia di far collassare intere nazioni. L’Isis è l’altro mostro creato ad hoc che scorrazza liberamente in Medioriente ed Africa, alimentato sempre da una certa politica statunitense ed israeliana. Per non parlare delle altre parti del globo. E da noi? Il job’s act, le “riforme” e il processo Ruby. Che altro aggiungere? Ai miei tempi si diceva no comment. Mi meraviglio solo della resistenza dei miei connazionali a respirare nel vuoto pneumatico.
I signori del mondo

I signori del mondo

I signori del mondo esistono da secoli. Sono di un genere trasversale alle nazioni. Fanno parte di una élite economica, politica e di potere in genere che ha sempre comandato direttamente o, più spesso, indirettamente i destini dei popoli in modo più o meno eclatante, soprattutto nei Paesi di quello che una volta veniva definito come il “terzo mondo”.
Oggi è tutto cambiato. I signori del mondo, quest’esigua parte della popolazione mondiale, proveniente da Paesi d’Occidente come d’Oriente (ovvero dagli Stati Uniti alla Russia, dal Sud America al Giappone ed alla Cina, dall’Europa alla penisola arabica) oggi, o meglio da una ventina d’anni a questa parte, hanno rotto una consuetudine in modo clamoroso: hanno diretto il loro operato distruttivo nei confronti dell’Occidente stesso, ed in particolar modo in quelli dell’Europa. Non è che prima tale “attenzione” non ci fosse e che lo sfruttamento accompagnato da una “schiavitù” più sfumata non fossero presenti, ma mai in questa misura ed in modo così netto. In pratica hanno deciso di schiavizzare anche il vecchio continente con una determinazione ed una spietatezza che non si erano mai viste prima. Per capirci l’operazione Grecia, così come quella portata a termine nei confronti dell’Italia, della Spagna, del Portogallo, dell’Irlanda nonché della stessa Francia, sono state di una virulenza e di una violenza in parte inspiegabile. Già perché viene da chiedersi cosa abbia fatto sì che facesse cambiare in modo così eclatante l’obiettivo di quanti hanno in mano le reali sorti dei popoli (a scanso di equivoci voglio chiarire che mi riferisco a multinazionali, banche, massoneria, famiglie ricchissime quali i Rockefeller, piuttosto che magnati russi o giapponesi, cinesi, indiani e chi più ne ha più ne metta. Nonché servizi segreti, funzionari del settore pubblico e privato, forze di polizia appositamente create o coinvolte, ecc.). Per tutti costoro lo sfruttamento dell’essere umano non ha alcun significato morale, bensì funzionale. Un ingegnere europeo ha lo stesso valore di un pastore della savana africana: entrambi sono sacrificabili alla stessa stregua in nome del loro interesse economico (fermo restando che ciascuno dei due abbia invece un valore intrinseco incalcolabile per il resto dell’umanità). Chiunque è sacrificabile, pertanto il tanto darsi da fare come formichine che producono e si sforzano di cambiare il proprio destino assume il sapore di una beffa e lascia in bocca tutto il sapore dell’inutilità di ogni sforzo per credersi “vivi”!
Come dicevo prima, cos’ha scatenato, apparentemente, tale cambio di passo nei confronti di alcuni paesi europei e parte degli Stati Uniti stessi? Ci ho pensato a lungo e l’unica spiegazione che ho trovato è che tale cambiamento trova origine nella caduta del Muro di Berlino. Venuta meno la contrapposizione politica fra Occidente ed Oriente, il confronto diretto tra Washington e Mosca, costoro non hanno più avuto ostacoli nemmeno  di carattere politico. Mentre prima le varie aree d’influenza si gestivano all’interno di due blocchi contraddistinti da bandiere ben specifiche, dove forse era anche ben più difficile “operare”, oramai il campo è unico. L’inettitudine di politici poco preparati, quando non messi al comando dai signori di cui sopra stessi, ha fatto sì che la cavalcata sulle praterie, in primis quelle europee, fosse senza freni. Hanno preparato il terreno ed hanno agito indisturbati, mentre le nazioni del mondo stavano a guardare. Ora ci si volta, di tanto in tanto, a vedere le macerie sul campo di battaglia e si ha come un sussulto di stupore (Ucraina, Isis, attentati vari, sbarchi di povera gente disperata alla ricerca di un “mondo migliore”, ecc.).
Purtroppo il vantaggio accumulato è talmente grande che non credo che ci possano essere molte possibilità di ribaltare la situazione se non al prezzo di ulteriori morti (e non solo in senso figurato). Parlando solo del vecchio continente, le istituzioni europee sono talmente intrise di loro uomini messi lì ad hoc che occorrerebbe stravolgere il significato stesso dell’Unione europea.
La sola speranza sono le piccole scintille (Grecia, elementi di democrazia qui e lì che possono risvegliare le sopite coscienze di milioni di persone, forse). Poco altro. I media sono ampiamente corrotti dal pensiero unico fatto crescere ad arte da costoro. Solo alcuni riescono a districarsi in tale selva, “selvaggia e aspra e forte” per dirla con le parole di padre Dante. La paura rimane, ed è grande. Guardando gli sforzi di ciascuno, me compreso, sembra di vedere un gruppo di formichine che s’affannano come pazze per portare a casa, a fine giornata, una briciola di pane. Molto spesso senza neanche riuscirvi. Sì, siamo formiche ed al contrario dei piccoli imenotteri non siamo uniti per uno scopo comune, anzi è l’esatto contrario. Ed il guaio più grande è che, nella stragrande maggioranza, non sappiamo nemmeno che uno scopo comune ci dovrebbe essere e di che genere esso sia. Non sappiamo neanche di trovarci all’interno di un grandissimo formicaio e che dall’esterno ci stanno guardando con una sadica soddisfazione, mentre c’illudiamo di fare e di andare. Chissà poi dove.
Topi da esperimento

Topi da esperimento

Bene, proviamo a fare ipotesi. Ripeto, solo ipotesi.
Vi ricordate i poveri topi da laboratorio usati per esperimenti? Intendo dire non quelli che servono alla medicina per testare farmaci probabilmente utili all’uomo. Al contrario penso a quelli usati per testare teorie su comportamenti animali e simili. Beh, il periodo storico che stiamo vivendo mi ricorda proprio tale tipo di eventi.
Proviamo dunque ad immaginare un bel gruppetto di persone, fatto da massoni, gruppi finanziari, servizi segreti e, magari, gruppi di potere religioso che decidano su come debba andare il destino del mondo (ovviamente sulla strada per loro più conveniente). E proviamo di seguito ad immaginare che quest’accolita di bravi personaggi decida in particolare per quanto concerne l’Europa di fare un bel po’ d’esperimenti, stile topo per l’appunto, organizzando una crisi finanziaria di carattere planetario (non di certo casuale), preparando il terreno a sollevazioni popolari attraverso il programmato impoverimento di intere classi sociali, organizzando e pilotando poi tale malcontento attraverso soggetti debitamente inseriti in particolari contesti sociali (anche a loro insaputa pilotati) ed attraverso, ad esempio, finti attentati di matrice religiosa tendenti a portare grandi fette di popolazione a pensare che sia più conveniente rinunciare a parte, se non tutta, della propria “libertà”, in cambio di una presunta maggiore sicurezza. Primo esperimento riuscito.
Proviamo dunque ad immaginare che il tracollo economico della Grecia, così come quello dell’Italia o della Spagna piuttosto che del Portogallo sia stato programmato a tavolino, per fare una sorta di sperimentazione di modelli sociali e controllo delle masse, come pedine mosse su di una scacchiera, manovrando le medesime attraverso le “dame” posizionate ad hoc, nei punti strategici dei quadrati di gioco. In pratica un gioco truccato in partenza. Sarebbe un secondo esperimento riuscito.
Proviamo inoltre a pensare alla costruzione artificiale di topi combattenti liberi, il cui solo scopo è quello di creare diversivi per le masse già lungamente fiaccate da una crisi economica senza precedenti e per preparare la strada a “guerre sante” contro gli stati “canaglia”, che debbono ricadere sotto l’influenza di questi bravi signori dei destini del mondo. A questo uniamo dei diversivi nel cuore dell’Europa stessa, per opporre il martoriato vecchio continente ad altre forze economiche emergenti (Russia, Cina, Brics) che tendono a rubare la scena alla grande cavalcata indisturbata dei signori di cui sopra. Quindi organizzare rivoluzioni finte e supporti economici e militari a fantocci, messi lì ad hoc, a comandare (penso forse all’Ucraina?). Altro esperimento riuscito.
Diciamo che mi fermo qui perché ce n’è già abbastanza. Poi io sono un noto complottista. Comunque supponiamo, dico solo supponiamo, che quanto da me esposto sia solo in parte vero. Ce ne sarebbe già abbastanza per avere paura così. Ma che dico? Dormite sonni tranquilli. Continuate a dormire.

Le crociate

Le crociate

Nell’anno di grazia 1096 (per alcuni già si potrebbe annoverare la prima impresa nel 1095) Goffredo di Buglione, al secolo Godefroy de Bouillon signore della Bassa Lorena, partì per dare inizio alla cosiddetta epoca delle Crociate. Il casus belli dell’epoca fu la richiesta d’aiuto di Alessio I Comneno, imperatore di Bisanzio, lanciata a papa Urbano II per contrastare i Turchi. L’occasione sembrò essere delle migliori per allargare i confini d’influenza in quei territori dei signori feudali d’Occidente. Fu così che la partecipazione fu copiosa per andare a liberare il Santo Sepolcro dagli “infedeli” musulmani.
Anno di grazia 2015. Il mondo è cambiato, e tanto. Le guerre e le stragi per il potere sono sempre rimaste. Sono cambiate le sfere d’influenza politica ed economica. L’Europa non è più il “centro” del mondo e altre sono le logiche che muovono gli eserciti. Tuttavia c’è stata una grande evoluzione nel modo di far percepire alla gente comune i motivi per fare le guerre e per convincerla a sopportare ogni genere di angheria ed ingiustizia. La schiavitù in Occidente è di tipo prevalentemente economico, ma non solo. Quella intellettuale è altrettanto potente ed avviene attraverso i mass media. Chi detiene il potere dell’informazione, in qualunque forma, detiene un’arma potentissima con cui manipolare le coscienze.
Il caso di Charlie Hebdo, azione di per se stessa orrenda, fa leva su un sentimento popolare che ha le sue radici sulla povertà, l’ignoranza ed il disagio sociale (preesistenti all’atto criminale). E’ proprio tale disagio l’humus sul quale queste azioni fanno facile presa (e questo a prescindere da chi abbia compiuto effettivamente l’atto). Se a tutto ciò aggiungiamo un bel pizzico d’ipocrisia dell’Occidente, tanto fra chi “detiene il potere”, quanto fra la popolazione comune, il quadro è completo. Chi di noi non sarebbe disposto a limitare la propria libertà in nome di una maggiore presunta sicurezza? Se un problema non esiste, basta crearlo per ottenere di far accettare la cura ad esso. E’ un po’ come creare virus per vendere antivirus. Se questo avviene in un ambiente volutamente tenuto “scoperto”, il gioco diventa molto semplice.
Nessuno nega che i problemi sociali siano presenti sul territorio francese, piuttosto che su quello spagnolo, greco o italiano. Se questi esistono non è un caso. Come non è un caso che vadano ad alimentare un malcontento covato lentamente, probabilmente per anni, da parte di chi è costretto a vivere tali situazioni di povertà. La povertà porta la delinquenza e di conseguenza il disagio. Proprio questo è il punto dunque. Quale migliore campo sul quale svolgere i propri giochi segreti per ottenere una reazione largamente prevedibile? Ovviamente, a ruota, possono seguire veramente azioni di esaltati che pensano realmente di “vendicare” offese religiose con azioni eclatanti. D’altra parte la madre degli imbecilli è sempre incinta, come nel caso avvenuto non più di 3 anni fa, nel luglio del 2011, quando Anders Breivik uccise 77 persone e ne ferì più di 300 sull’isola di Utoya, in nome della “cristianità”. Dunque che qualche reale esaltato possa avere preso la palla al balzo per dar sfogo alla sua follia omicida anche in Francia, rientra nella possibilità di casi come questo. Ma non sono la stessa cosa, anzi.
Le modalità con le quali si sono svolti i fatti di Parigi fanno pensare ad un lavoro effettuato da professionisti del settore, per capirci servizi segreti (francesi? Statunitensi? Israeliani? Questo non saprei dirlo), e non certo due “senza tetto”, per quanto addestrati in medio oriente e fatti rientrare dai servizi d’intelligence francesi che, guarda caso, come fu per le torri gemelle a New York, poco dopo sapevano esattamente chi fossero e da dove venissero (anche per il fortuito caso delle due carte d’identità lasciate sbadatamente nell’auto). Non un colpo è stato sprecato, tutto è filato liscio come l’olio e la fine dei “presunti” terroristi è stata come da copione (e come prevedevo nel mio precedente post), cioé sono stati uccisi e non presi vivi per poterli interrogare. Tutto ciò oltre alle incongruenze con chi si vuole immolare per la propria causa religiosa musulmana, cioé cercando il martirio. I nostri si erano invece, coraggiosamente, dati alla fuga.
Sono certo che ora partirà un esercito di volenterosi, da tutti i Paesi occidentali, capeggiati da Stati Uniti e Israele in testa, alla volta della “terra santa” siriana, in primis. Il tutto con il beneplacido dell’opinione pubblica, benedicente la nuova crociata per la riconquista di un’identità che non si è accorta che le è stata scippata da tempo, ma non certamente dai musulmani. Dovremmo guardare un po’ meglio in casa nostra, ad alti livelli, trasversalmente fra più nazioni a partire dall’altra parte dell’Oceano, per finire proprio in Medio Oriente, dove ci sono Paesi musulmani e no a cui questo sporco gioco conviene, eccome.

Mamma, l’islamici…

Mamma, l’islamici…

Ebbene sì, sono sempre io, il solito complottista che si ritrova a dubitare di quanto evidente a prima vista a tutti, di quanto le crude immagini hanno impietosamente mostrato (o forse no?) a tutti noi da Parigi quest’oggi. Ovviamente siamo tutti Charlie Hebdo, me compreso. Ciononostante non riesco a non pensare al perchè sia successo quello che è successo. Ovvero perchè fare una strage in una redazione di un giornale satirico che aveva manifestato il suo anticonformismo già nell’ormai lontano 2006. E’ pur sempre vero che tutto sia possibile e, dunque, anche che il fanatismo religioso decida di colpire così crudelmente a distanza di tempo, pianificando un attacco che ha molto di militare per come si è svolto (precisione, organizzazione, mano ferma e freddezza nell’esecuzione, quindi molto poco dilettantesco), tuttavia già il “fanatico” islamico a Sydney, Man Haron Monis, che non era del tutto sconosciuto alle intelligences mondiali, ucciso dalla polizia (quindi non passibile di interrogatori di alcun tipo) e poi il “terrorista” Michael Zehaf-Bibeau, l’attentatore del Parlamento di Ottawa m’avevano insospettito non poco.
Come dicevo all’inizio di queste mie considerazioni, io sono un mal pensante. Non abbiamo ancora elementi per poter giudicare in un senso o nell’altro, tuttavia io m’insospettisco sempre molto, anche perchè assieme alle altre vittime della strage di oggi, c’era anche l’economista Bernard Maris, acceso oppositore del movimento neo liberista che è oramai padrona del mondo intero da qualche tempo a questa parte. Se a questo uniamo l’ondata di estremismo di destra che sta lentamente invadendo l’Europa intera (Marine Le Pen in Francia, il movimento anti-islam in Germania denominato Pegida, la destra in Italia capeggiata da sobillatori di popolo che cavalcano il malcontento della gente per la crisi economica galoppante, nonché la Lega xenofoba e Alba Dorata in Grecia), direi che motivi per insospettirsi sul fatto che siano azioni “pilotate” da servizi segreti e gruppi di potere ci sono, e sono molto forti.
Ripeto, magari mi sbaglierò, ma si sa, io sono un malfidato per natura: come diceva il divo Giulio, a pensar male è peccato, ma spesso ci s’indovina.

La gente di mezzo

La gente di mezzo

Una domanda non ci si fa nel nostro bel Paese dei balocchi: come mai solo adesso la storia della Mafia a Roma è venuta fuori? Perché proprio ora? Di come funzionassero le cose si sapeva già da tempo. Semplicemente non si faceva nulla. Già nel 2012 sull’espresso era uscita l’inchiesta di Lirio Abbate, poi è stata la volta di Report nel 2013 con “Romanzo capitale”, inchiesta aggiornata nei giorni scorsi con gli ultimi avvenimenti. Dunque si sapeva già da molto tempo. Se non tutto, molto.
All’improvviso sono saltate fuori intercettazioni ambientali, testimonianze, prove di ogni genere. Nomi, molti nomi di gente collusa che sguazzavano in questo guano da moltissimo tempo. Ripeto, tutti sapevano, almeno in certi ambienti (da quello della politica, a quello dello spettacolo, a quello imprenditoriale), ma non si faceva nulla. Persino parti delle forze dell’ordine erano al servizio della squadra di malaffare.
E dunque? Perché si è deciso di scoperchiare la pentola? A qualcuno è stato pestato un piede? A qualcuno non è stato dato quanto stabilito?
Personalmente non credo che il motivo sia questo, bensì molto peggio. Quel che credo è che in ben più alte sfere s’è deciso che per tenere buono il “popolino”, visto l’alto tasso di malcontento in cui anche in Italia si è giunti e che peggiora giorno dopo giorno per la situazione economica disastrosa, s’è deciso di “distrarre” l’attenzione dando in pasto alle “belve” qualcosa d’addentare, per tenerle buone. Almeno per un po’. Poi ci sono le solite stupidaggini, tipo quale sia il sommo pontefice da sostituire al Capo dello Stato o la legge elettorale (che tanto non serve a niente comunque) che occorre adottare. I boss che imitano la Mafia siciliana (quella seria, per intenderci), sono solo l’ennesimo piccolo pesce che a noi, comuni mortali, sembra enorme. In realtà sono solo un diversivo che è stato volutamente lasciato prosperare negli anni passati proprio perché creasse una situazione di disagio generale, e che comunque poteva sempre tornare “buono” nel momento del bisogno in un modo o nell’altro. Questo momento è arrivato e il “buono” non è stato certamente a vantaggio di questi quattro personaggi di malaffare che pensavano di essere impuniti grazie alle loro “doti” di grandi strateghi del male. Chissà come se la staranno ridendo sotto i baffi reparti dei servizi segreti ed alte sfere del comando, da cui questi avvenimenti sono manovrati! Ma ovviamente io sono un po’ fantasioso, pazzo e pure un po’ complottista; come sempre.
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