La comprensione di ciò che è più grande di noi

La comprensione di ciò che è più grande di noi

La leggenda ci tramanda una bella parabola su S. Agostino che incontrò un bambino intento a versare in una buca sulla spiaggia l’acqua del mare. Il filosofo chiese al fanciullo cosa stesse facendo e quello gli rispose che voleva racchiudere in quella buca l’acqua del mare. Agostino gli disse, a quel punto, come potesse pensare di racchiudere il mare in una buca così piccola. Per tutta risposta si sentì dire che era lo stesso paradosso che si poteva applicare a lui quando tenteva, con la sua mente limitata, di comprendere il concetto di Dio. Ebbene quest’ultima è la sensazione netta che mi viene in mente quando sento parlare o leggo opinioni di commentatori a vario titolo, nazionali ed esteri, degli avvenimenti della quotidianeità del mondo intero, avvenimenti che vanno dalla crisi economica interna ai singoli Paesi, alle tragedie degli ultimi del mondo che decidono di affrontare perfino la probabilità di morire pur di sfuggire ad un destino di certo annientamento. Tentiamo di barcamenarci tutti, me compreso, fra lo scaricamento da parte di poteri malavitosi del loro referente politico in Italia e l’elezione a Cancelliere, anzi Cancelliera visto che il termine in Germania esiste da sempre, per la terza volta di Angela Merkel. Poi, analizzando un po’ più a fondo, mi accorgo che è come voler capire un gioco più grande di noi con strumenti non adeguati, in questo caso quelli che ci vengono messi sotto il viso da chi ha l’interesse a farlo, e proprio come Agostino di Ippona tentiamo di capire come vanno le cose del mondo con strumenti limitati in partenza. Allargando un po’ i nostri orizzonti di conoscenza c’è da rimanere basiti; tanti anni fa il giudice Falcone riferì in una trasmissione televisiva condotta da Santoro che, avendo interrogato l’allora pentito di mafia Buscetta circa i rapporti della Politica con Cosa Nostra quello gli rispose che preferiva non parlarne perché avrebbe perso di credibilità. Voleva dire, Buscetta, che i rapporti erano tali (vedi poi processo Andreotti) che in qualità di pentito avrebbe perso di credibilità nei confronti dei suoi interlocutori. Ebbene, questo è quanto viene in mente analizzando ciò che sta avvenendo a livello globale da oramai un bel po’ di anni a questa parte. Una delle ultime chicche in ordine di tempo riguardo questo argomento viene proprio dalla Germania. In pratica il potente ex ministro degli interni tedesco Wolfgang Schäuble, assieme ad altre “menti geniali”, quale il nostro ex ministro degli Esteri Franco Frattini, hanno architettato una struttura di servizi segreti europei con il compito di controllare chi non ha la stessa opinione sulle politiche messe in atto da chi ha il potere in Europa (banche e Finanza in genere), agli evasori fino ad arrivare ai cosiddetti demagoghi. L’UE ha in questa maniera creato i presupposti per assicurarsi un controllo inevadibile sui cittadini. Cosa che fin ora con i servizi d’informazione nazionale era facilmente eludibile. Ora Bruxelles ha assunto 1.300 collaboratori. Messo a disposizione 230 milioni di euro per assicurarsi che il progetto venga completato. Sei nuovi gruppi di servizi segreti con a capo un’Analysis Center. L’INTCEN, il centro di spionaggio europeo deve produrre delle valutazioni basandosi su tutte le fonti d’informazione. Annualmente l’EU INTCEN crea circa 200 rapporti riguardanti argomenti strategici e 50 rapporti speciali oltre che a briefing. A chi siano destinati tali documenti lo decide il titolo stesso delle valutazioni, a seconda si tratti di organi o paesi presi in considerazione nei vari rapporti dell’EU INTCEN. La maggior parte sarà comunque a disposizione delle più alte cariche dell’UE, oltre alla direzione della EAD, Commissione europea e i Paesi dell’Unione europea (PSK) su cui verrà riportata la dicitura “Da prendere in considerazione solo se necessario”. In sostanza una sorta di Grande Fratello di orwelliana memoria di cui la quasi totalità dei cittadini europei ignora l’esistenza. Così mentre la gente è giustamente tutta presa dai problemi della vita quotidiana, causati in gran parte dagli stessi che li tengono a loro insaputa sotto controllo, questi ultimi si sono già attrezzati per prevenire eventuali dissenzi sociali.
E noi continuiamo a parlare del nano di Arcore, tanto…

JAN VAN SCOREL – S. Agostino ed il bambino

Le sirene che c’incantano

Le sirene che c’incantano

Triste la sorte di quei marinai che si lasciano ingannare dal canto delle sirene, Omero l’aveva in modo magistrale esposto nell’Odissea, Heine poeticamente lo ha ripreso in questa splendida poesia. Guardatevi dalle Lorelei che trovate sul vostro cammino!

 
Die Lorelei

  Ich weiß nicht, was soll es bedeuten,
Daß ich so traurig bin,
Ein Märchen aus uralten Zeiten,
Das kommt mir nicht aus dem Sinn.
Die Luft ist kühl und es dunkelt,
Und ruhig fließt der Rhein;
Der Gipfel des Berges funkelt,
Im Abendsonnenschein.   Die schönste Jungfrau sitzet
Dort oben wunderbar,
Ihr gold’nes Geschmeide blitzet,
Sie kämmt ihr goldenes Haar,
Sie kämmt es mit goldenem Kamme,
Und singt ein Lied dabei;
Das hat eine wundersame,
Gewalt’ge Melodei.
  Den Schiffer im kleinen Schiffe,
Ergreift es mit wildem Weh;
Er schaut nicht die Felsenriffe,
Er schaut nur hinauf in die Höh’.
Ich glaube, die Wellen verschlingen
Am Ende Schiffer und Kahn,
Und das hat mit ihrem Singen,
Die Loreley getan.
Non so che sia, che triste
Pensiero mi affatica:
In mente fissa, insiste
Una leggenda antica.
    S’infresca, il sol s’adima,
Placido scorre il Reno:
Fiammeggia al monte in cima
Il roseo ciel sereno.
    Siede lassù la Fata
Bella mirabilmente;
Brilla la veste aurata,
Ha lampi il crin fulgente.
    Con pettin d’or, cantando,
Il biondo crin ravvia,
Intorno dispiegando
Mirabil melodia.
    Al canto s’impäura
Il povero nocchiero.
Il picco più non cura,
Chè all’alto è il suo pensiero.
    Barca e nocchiero intanto
Il gorgo travolgeva;
E questo col suo canto
La Lorelei faceva.

Heinrich Heine, 1822 (1799-1856)

Eduard Jakob von Steinle – The Lorelei

 
L’Italia vista dalla Luna

L’Italia vista dalla Luna

“Essere morti o essere vivi è la stessa cosa”, questa la frase messa in chiusura nel bell’episodio, girato nell’ormai lontano 1966 da P. Paolo Pasolini, dal titolo La terra vista dalla Luna. Ecco, proprio come vista dalla Luna mi appare l’Italia oramai dall’estero e la frase di chiusura del cortometraggio del grande scrittore/regista sembra essere il triste epilogo del popolo italiano, letteralmente preso a schiaffi dai politici, dai finanzieri e dalla comunità internazionale di chi conta nel mondo.
A ben guardare dalla “Luna” l’Italia sembra essere veramente piccola, così come appare una piccola cittadina di provincia rispetto ad una capitale; purtroppo non trovo occhiali adatti a farmi vedere tale panorama in modo differente. Una cosa però mi è sempre stata chiara fin da quando ho iniziato a scrivere in questo blog, ovvero di chi sia la colpa ultima di tutto questo. A ciascuno dei miei connazionali basterebbe uno specchio messo davanti il proprio viso per vedere il colpevole, me compreso forse. Per chi ha deciso di continuare a vivere nel Paese dei balocchi, o per scelta o per necessità dovrebbe avere bene chiaro che la chiave di volta della disastrosa situazione rimane sempre nelle proprie di mani. Più di sei mesi fa scrissi un post nel quale m’auguravo che la rivolta dei contadini in Sicilia fosse il prodromo ad una sollevazione popolare in tutta Italia. Non solo tale rivolta non c’è stata, ma la giustissima rivendicazione dei contadini fu stigmatizzata a destra e a manca come fosse il diavolo incarnato nella disperazione della gente sollevatasi.
Ed allora eccoci arrivati alla fine di un’altra estate, l’ennesima in cui si è sempre sentito parlare delle solite cose, in cui si sono sentite le solite promesse da parte dei soliti incapaci e con le solite sommesse lamentele da parte della popolazione. Tra un vecchio satrapo che non si rassegna ad uscire dalla scena politica, ad un pupazzetto che si destreggia tra messaggi ecumenici e paragoni usando vecchi spot pubblicitari si è arrivati di nuovo alle porte dell’inverno: un lungo, lunghissimo inverno, che vedrà lacrime e sangue per molti ed indifferenza per pochi. Il tutto ovviamente fra una partita di pallone e l’altra che rallegreranno gli animi del popolino italiota fino ai prossimi importantissimi campionati del mondo di calcio. D’altra parte mi pare che anche Marx avesse detto che “Il calcio è l’oppio dei popoli”, no? O forse mi sbaglio?…



Chapeau al vecchio monarca

Chapeau al vecchio monarca

E sì che sono sempre stato uno dei suoi critici più accaniti, ma questa volta lo devo ammettere: è stato veramente bravo! Eh sì, è stato veramente bravo il nostro Giorgio I, anche lui della “vecchia scuola” come l’altrettanto bravo Papa Francesco I, la scuola di quelli che “hanno studiato”, cosa fondamentale e che vado ripetendo ultimamente come un mantra: chi ha “studiato” ed ha una formazione per così dire “umanistica” si vede e, contrariamente a quello che si crede, alla lunga si nota, fà la differenza. E lui è uno che ha studiato alla vecchia scuola del Pci, quando ancora era “comunista amendoliano”. Così oggi ha dato una lezione, direi quasi una bastonata a quell’esempio di fine “intelletuale”, di vero maestro del trasformismo nonché piazzista porta a porta, o meglio di televisore in televisore, il cavaliere per eccellenza, l’ancora probabilmente per poco senatore Berlusconi. Eh già, una vera tortorata in capo è quella che il vecchio e venerando, da tutti osannato Pdl compreso, Capo dello Stato ha assestato con la nomina “a sorpresa” di quattro senatori a vita che si vuole come “vicini politicamente” alla “sinistra” (che parola di sapore antico, oramai!). L’ha battuto sul tempo, come si suol dire. Ha provato il cavaliere a minacciare la caduta del Governo in caso di voto favorevole, che in un Paese civile sarebbe scontato a prescindere, al decadimento della sua carica di senatore in quanto condannato in via definitiva a quattro anni di carcere (che non farà mai!). Troppo tardi! I quattro “cavalieri dell’Apocalisse”, almeno potenzialmente, potrebbero “garantire” al Governo di re Giorgio I, ops… al Governo Letta di sopravvivere, grazie ad una probabile maggioranza anche al Senato. Eh sì, veramente bravo, direi l’esempio palese della superiorità di un cervello fatto per pensare perché formatosi su basi “solide”, altro che la spavalda ignoranza di una “classe dirigente”, compresa quella dell’attuale Pd (quel che resta del passato politico da cui proviene proprio re Giorgio) oltre quella del Pdl, fatta di gente costituzionalmente incapace di “pensare”, perché di formazione “povera”, dell’immediato, del risultato legato all’apparente successo, incapace di vedere “lontano”, incapace di pensare, nel senso più nobile del termine. E si vede! Chapeau al vecchio monarca.
Il carro dei “giusti”

Il carro dei “giusti”

Come scrissi esattamente un anno fa, il tempo di mettere a frutto la lunga strategia preparatoria da parte degli “esportatori” di democrazia a suon di bombe sembra essere arrivato. E’ d’uopo ora assistere al solito balletto di dichiarazioni di principio del vicepresidente americano, piuttosto che del ministro degli estreri francese o quello inglese: tutta “brava” gente che s’affanna a spiegare al mondo intero come sia necessario non essere indulgente contro le solite “prove” non provate che l’Onu, prontamente ed immancabilmente, si sforza di trovare ora contro il regime di Bashar Hafiz al-Asad, così come ieri provava a giustificare l’attacco a Ṣaddām Ḥusayn. Immagini di morti, non si sa bene vittime di chi, quando decedute, messe in onda guarda caso proprio ora da media compiacenti sono il grilletto della solita pistola fumante. Anche fosse vero (fare vittime, per opera di qualunque mano questo avvenga, è un atto esecrabile a prescindere) che fossero state le truppe governative e non quelle dei ribelli, come da altre fonti si ipotizza, ad usare armi chimiche, ci sarebbe quantomeno da chiedersi come mai solo ora, alla fine dell’impegno statunitense in Afghanistan, ci si stia “finalmente” preoccupando di questo angolo di mondo. Senza parlare del vespaio politico che nel mondo musulmano una guerra dell’Occidente causerebbe, anche alla luce dello scontro tra Sciiti e Sunniti. E l’Italia? Il nostro ministro degli Esteri per il momento si limita a prospettare soluzioni “politiche”, ma vedrete che ben presto, quando il caldo vento delle bombe inizierà a soffiare con più forza, anche il Paese che preferisce gli F35 al benessere sociale troverà un suo posticino sul carro dei “giusti”.


E’ l’Italia che va

E’ l’Italia che va

“E’ l’Italietta che va, con le sue macchinine vrum vrum, sulle piccole autostrade bum, sotto cieli di cristallo blu, blu”, verrebbe da parafrasare una bella canzone di Ron dell’ormai lontano ’86. Già, poco è cambiato sotto il cielo d’Italia da 25 anni a questa parte, o forse invece molto. Nulla è cambiato nei costumi degli italiani, sempre presi dal loro piccolo orticello che sbocca nella bella stagione nell’obbligo quasi morale della vacanza, per lo più al mare, rispettando il rito del 15 di agosto rigorosamente a fare qualcosa “fuori” casa. Molto invece è cambiato nelle vite di tutti noi a causa di una povertà crescente, di un senso di precarietà oramai istituzionalizzata perfino nelle notizie dei telegiornali, al punto tale che non ci si fa nemmeno più caso quando si sente di qualcuno che non ce l’ha fatta ed ha preferito terminare le proprie sofferenze in modo violento, togliendosi la vita. Ecco, presto torneranno tutti dalle vacanze, le città si rianimeranno come ogni anno, con nervosismo per il caldo ancora forte, per il riammassarsi tutti nelle vie congestionate dal traffico, per i problemi di sempre lasciati per un paio di settimane con l’illusione che non li avremmo ritrovati al nostro ritorno, con ancora meno denaro in tasca per aver vissuto il nostro “giorno da leone” non pensando troppo agli altri 340 da pecora che ci stavano aspettando lì, dove li avevamo lasciati, a casa, assieme ai vicini rumorosi e magari al nonno malato in un letto d’ospedale. Il tutto condito da prospettive a dir poco risibili sul piano di una ripresa economica e sociale del Paese. La politicuccia dei piccoli, anzi inesistenti politicanti da strapazzo che “guidano” il nostro martoriato Paese, come un ubriaco che non ha meta fissa, ha fatto finta di darsi da fare per risolvere una situazione che non sa neanche da che parte prendere. Personaggiucoli che definire insipienti della benché minima nozione politica vorrebbe dire offendere la nobile arte dela Politica continuano ad infestare il Parlamento ed a traino tutti i mass media, con la loro presenza nefasta, agitandosi e proclamando ora da una parte, ora da quella opposta, la loro “crociata santa” in difesa del loro interessuccio di parte, per nulla curandosi dei reali problemi di chi dovrebbero governare in nome di un bene generale che non sanno minimamente cosa sia. Ed ecco allora che i tristi giornalistucoli, degni di cotanto panorama, s’affannano a rincorrere ora l’uno, ora l’altro per sapere “l’ultima” sul salvacondotto a Berlusconi sì o a Berlusconi no, piuttosto che tessere le lodi di quell’altro servetto di Giorgio I, re d’Italia, il nipotino per eccellenza della politica nostrana (si è sempre nipoti di qualcuno nelle cariche a vari livelli in Italia!) che si lancia in una pericolosissima missione di metà agosto in Afghanistan, per ribadire l’impegno del nostro “grande” Paese nel portare la democrazia nel mondo a forza di bombe. Con questo bel quadruccio, ma dove vogliamo andare nei prossimi mesi d’autunno se non verso un baratro ancora più grande? Gli italiani tornati dalle ferie dei corpi dovrebbero capire che è ora di tornare anche da quelle dei cervelli, a meno che non vogliano rendere il loro un Paese d’emigranti, dove la sola possibilità di sopravvivenza è la fuga. “E’ l’Italia che va” diceva Ron, già, ma la vacanza è finita e da un pezzo oramai!
A Midsummer strange query

A Midsummer strange query

Sometimes I ask to myself strange queries about the world that is around us, and one of these is: why the main colour in nature is green? It seems to be a very trivial query, but if someone thinks about this topic could be very surprised to discover that it isn’t so. What I mean is that I wonder why in nature the preferred colour is green and not brown or red for instance. The Science says to us that the green colour is the most relaxig among the colours, but I don’t think that it is enough to explain why is the main colour in nature. Can anybody give a good explanation for this? I’m really curious! (Please, don’t be obvious saying things like “the chlorophyll is green”, because it sounds like “the sky is blue” and it doesn’t explain nothing!)
Un silenzio assordante

Un silenzio assordante

L’ossimoro è d’uopo, direbbero gli acculturati; ed in effetti ci sta tutto direi anche io! Il silenzio che si fà sentire è quello dei nostri “intellettuali”, della nostra cosiddetta intellighenzia che, eccezion fatta per qualche voce isolata, perlopiù nel campo giornalistico o della satira, nulla ha avuto finora ad eccepire pubblicamente sul vero e proprio disastro che si sta consumando sotto gli occhi di tutti gli italiani. Anzi, fra costoro ce ne sono alcuni che s’affannano ancora a partecipare a sterili trasmissioni televisive, ospiti quasi fissi, tentando di imbastire discussioni inutili con il politicante di turno o lo pseudo giornalista piuttosto che con lo pseudo esperto di chissà cosa. Gli argomenti sono sempre quelli dettati dal fattarello del giorno che gli pseudo conduttori s’affannano a mettere in risalto come fossero la sola e primaria cosa sulla quale elucubrare; come se questo poi portasse chissà dove! Il blaterare quotidiano fà parte ormai incessantemente dello scorrere dei giorni del nostro disastrato Paese. C’è chi ne sta fuori, ma non per questo si rende meno colpevole, anzi. Ora più che mai servirebbero “guide”, diciamo così, di pensiero, quasi spirituali, che al contrario latitano colpevolmente lasciando il campo incontrastato alla massa di mediocri imbonitori degli assopiti cittadini-sudditi, ipnotizzati dal vuoto pneumatico portato al rango di fine discussione.
Ci vorrebbe una svolta, ci vorrebbe un’autentica scossa alla spina dorsale di quel che rimane delle coscienze di un popolo destinato alla rovinosa caduta verso un punto sempre più basso. Ed intanto, tra un Berlusconi condannato ed un’altra sterile polemica, la gente arranca sfiduciata, ottenebrata dalla calura estiva che inasprisce gli animi sì, ma li addormenta subito dopo nel torpore generale.
In tutto questo continua ad esserci un silenzio che grida vendetta!
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Everybody lies