Il pifferaio di Hamelin

Il pifferaio di Hamelin

“Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito”, eh la saggezza popolare, grande cosa! Proprio questo adagio popolare mi viene in mente quando vedo in tutto il panorama televisivo italiota o leggo sui giornalini nostrani (quasi tutti tali, purtroppo!), sia da destra che da manca, accuse a gogò ai deputati e senatori del movimento 5 stelle di essere “incoerenti”, “uguali agli altri”, “non si tagliano lo stipendio esattamente come avevano detto che avrebbero fatto” e così via dicendo. Bene, ma a questo punto la domanda sorge spontanea: ma tutti questi benpensanti, dai “politici” ai cosiddetti giornalistucoli servi dei primi, che hanno fatto fino ad oggi incluso? Si sono forse tagliati gli stipendi da favola che hanno ricevuto da decenni? Sono stati forse coerenti con quanto promesso in campagne elettorali estenuanti ed infinite? Si sono forse distinti per equità, competenza, onesta? Da quale pulpito viene la predica? Ci si vuole coprire con gente che è entrata nell’agone politico da due mesi, gettando polvere negli occhi con accuse che sono penose in partenza. Negli ultimi 30 o 40 anni che fulgido esempio sono stati tutti costoro per questo piccolo Paese? La cosa sconcertante è che continuano a buttare fumo negli occhi della gente e che quest’ultima, gli elettori, quelli che hanno continuato a mandarceli in Parlamento, continua a seguire come ipnotizzata dal pifferaio di Hamelin tutte le banalità che le vengono propinate, apparentemente senza pensare, senza mettere in dubbio, senza farsi venire in mente la possibilità di rompere il mantra che le viene versato nel cervello da chi ha tutto l’interesse a far sì che si butti giù dalla rupe, proprio come i topi della favola. E, come in quest’ultima, la fine dei loro figli sembra tragicamente essere destinata ad essere la stessa.
C’era una volta…

C’era una volta…

Tanto, tanto tempo fa, in un Paese di vecchi, nani, ballerine e servetti viscidi si doveva eleggere il nuovo re. Il Paese era tutto in sobbuglio perché ogni occasione, grande o piccola che fosse, era un modo per farsi vedere e riempire l’aria di grandi paroloni da parte di ciascuno, facendolo sentire importante almeno per un po’. Anche in questa occasione tutti si sentivano in dovere di dire la loro e ciascuno faceva pronostici, più o meno credibili, cianciando di future prospettive a seconda del re che fosse stato eletto. Andarono avanti così per giorni, finché una decisione venne presa, lasciando contenta una parte della popolazione e, ovviamente, scontenta l’altra, come al solito. Non ricordo il nome del re che fu eletto, ma ricordo con una certa freschezza di mente la tristezza infinita che mi colse nel vedere quanto vecchio fosse il Paese, fatto appunto di vecchi, nani, ballerine e servetti viscidi, gli stessi di sempre, gli stessi che avevano partecipato all’elezione del precedente re, del precedente primo ministro e di quelli di prima ancora. Per fortuna tutto questo accadeva tanto, tanto tempo fa, prima che il Paese fosse giudicato oramai morto!
Ευτέρπη, ovvero la gioia dell’anima

Ευτέρπη, ovvero la gioia dell’anima

E’ la musa per eccellenza, la portatrice del “buon piacere” eu τέρπ-εω, e come tutte le altre otto sorelle, fu generata da Ζεύς, il padre di tutti gli altri dei e Μνημοσύνη, la personificazione della Memoria. Ha sempre avuto un posto privilegiato nell’anima degli esseri umani, fin dalla notte dei tempi ed è una delle poche manifestazioni del genio umano capace di unire popoli fra loro completamente differenti attraverso il suo linguaggio totalmente sovranazionale. Questo accade a parer mio per l’intima capacità della Musica (μουσική), espressione tecnica di Euterpe, di parlare con l’anima (ψυχή), con la parte più profonda dell’essere umano. E’ il solo “linguaggio” che non ha bisogno di mediazione neanche per un bambino ed è, la scienza moderna ce lo conferma, il solo linguaggio che perfino il feto è in grado di percepire ben prima di ogni altra espressione umana. Perfino chi non ha la capicità uditiva riesce a gioirne attraverso le vibrazioni che possono essere emanate da uno strumento. La storia della Musica parte all’alba dell’umanità e s’è sviluppata in forme più o meno complesse in tutte le parti del mondo, anche se la forma che ha assunto in Occidente a partire dal 17° secolo in poi è stata quella che ha maggiormente influenzato ogni altra espressione in ogni parte della terra. E’ la forma del genio umano che trascende ogni mediazione culturale più della pittura o della scultura, forse perché quella dei suoni è stata la prima forma di comunicazione mai utilizzata. Ciascuno sviluppa una propria categoria di preferenze e gusti a tal riguardo, ognuna egualmente degna di rispetto e considerazione, ma appunto come tutti io ho la mia preferita da suggerire: buon ascolto per chi vorrà farlo. Μουσική

Jean Pierre Alaux – Euterpe
Great expectations in the land of zombies.

Great expectations in the land of zombies.

One of the more relevant characteristic of a country like Italy is that this is a country for old people. What I mean is that, usually speaking, everything it is necessary to do, in every field of job, it is very difficult that the person in charge of a particular duty is young. This happens for two reasons: first because who must decide to whom give the responsability to do things usually says that young people haven’t a big experience in a particular field, and this is true, in part; second because our country is a place where nobody want to give the same opportunities that he or she has had in the past to demonstrate his or her value: everyone is very jelous of his power and doesn’t give opportunities to other people to have the same. This means that Italy is a place for old people and without a future! Nothing will change in this country until the moment in which a change of generation will start at all the levels into society. This is the main reason why I usually say that this is a dead country. The new Parlamentary party called “5 stars movement” is a small hope in this sense. The majority of those people are young and haven’t been in Politics before. Maybe they haven’t a great political experience, but who has one at the beginning? Maybe they are influenced from somebody else (could be the Comedian Beppe Grillo or the mass media manager Gianroberto Casaleggio), nevertheless they represent the only new thing into the very poor landscape of Politics in Italy. It’s a small germ and it should be allow to it to grow up with it’s own legs, maybe making mistakes too, but it could represent the beginning of a new Era in a land of zombies.  I have great expectations! We will see.
Il mistero di Fatima

Il mistero di Fatima

Una delle caratteristiche del popolo italiota è sempre stata quella di essere accondiscendente, per non dire sottomesso a quanto dettato da chi emana il proprio potere dall’alto, sia esso organo dello Stato, ovvero ente privato di fama nota di qualsivoglia genere. In particolare mi riferisco al fatto che qualunque sacrificio, sopruso o irregolarità si metta in pratica nei confronti dell’italiano medio, se provenga da quelle che vengono comunemente riconosciute come “autorità”, allora non vengono messe minimamente in discussione dal cosiddetto popolo, mentre se le propinasse il proprio vicino di casa verrebbero tacciate per quello che, in realtà, spesso sono. Il mezzo tramite cui tali azioni vengono fatte digerire come “normali” è quello principe dei nostri tempi, ovvero la televisione, per mano di quegli esseri incapaci (nel migliore dei casi) se non prezzolati che si definiscono giornalisti. Gli esempi di tale fenomeno sono numerosi, dall’annuncio di downgrade da parte di una delle ormai famose agenzie di rating (tutti termini di cui la maggior parte degli italiani ignora perfino il significato) della capacità produttiva dello Stato, all’aumento giustificato dal rincaro di questo o quel bene primario della benzina, piuttosto che del latte o del pane. “Eh, se lo fanno vuol dire che è necessario, sennò stiamo fuori dai parametri dell’Europa!”, oppure “Ma, guarda, se le cose costano di più che dalle altre parti è perché sono migliori che altrove”. E così via discorrendo. Quasi a nessuno viene in mente di mettere in dubbio tale stato di cose, di chiedersi se le cose stiano effettivamente così, per una sorta di sudditanza psicologica nei confronti dell’autorità costituita.Quando poi si fa il confronto con gli altri Paesi si dice subito, senza la benché minima cognizione di causa sull’argomento, che “tutto il mondo è paese”, non essendosi mai mossi dal divano di casa propria nella stragrande maggioranza dei casi o al massimo dopo aver fatta una vacanzina di una o due settimane, con tutta la famiglia al seguito, girando e visitando i posti turistici di maggior grido e non avendo la più pallida idea di come le cose funzionino nella vita comune del Paese che si sta visitando. Esempio tipico è la sequela di luoghi comuni su Paesi quali la Germania di cui si dice: “Eh si, hanno gli stipendi più alti che in Italia, ma il costo della vita è notevolemente più alto che in Italia!”. Niente di più falso! Una cassiera di supermercato in Germania guadagna, mediamente, sui 1.800€ al mese, un operaio specializzato si aggira sui 2.500€. Facendo un istruttivo giro nei supermercati tedeschi ci si accorgerebbe che, al contrario di quella che è la vulgata comune, i prezzi dei medesimi prodotti venduti in Italia sono mediamente 3 o 4 volte meno cari che nel Bel Paese. Ora la domanda sorge spontanea: perché la gente in Italia 1) non s’informa prima di parlare, 2) non s’imbestialisce una volta scoperta la realtà per quella che è e non per quella che le viene propinata? Perché l’italiota medio, pieno di oggettini altamente tecnologici, come smarthphone, Ipad e similari non li usa almeno per cercare di rompere il muro che gli viene creato attorno da chi ha tutto l’interesse a che continui a non pensare in modo autonomo?
Ecco, direi che questo è sì uno dei più grandi misteri del pianeta, altro che il mistero di Fatima!
P.S.: io una spiegazione ce l’avrei pure, ma rischierei di passare per quello che sono: “un disfattista, criticone”… 😉
Italia, popolo di santi, poeti e…

Italia, popolo di santi, poeti e…

L’elezione a Presidente della Camera il 16 marzo scorso di Laura Boldrini ha rappresentato senz’altro un fatto meritorio per l’Italia che stenta a vedere nei vertici delle istituzioni e di potere rappresentanti di sesso femminile (auspicabile sarebbe senz’altro vedere un Presidente della Repubblica donna come, ad esempio, Emma Bonino). Giustezza del principio a parte, bisognerebbe però vedere nel merito la scelta politica operata su “caldo” suggerimento del PD dai nostri deputati. In altre parole la signora Laura Boldrini è stata fin da subito santificata (e come non farlo in un Paese come il nostro in cui un nome sul calendario non lo si nega a nessuno!) come modello femminile da seguire e lodare con sperticati complimenti ed ovazioni: lodi sperticate a non finire, appunto, il cui apice s’è raggiunto nella trasmissione del cappellano Fazio, santificatore per eccellenza. Ora, non mettendo in dubbio la buona fede nell’operato della signora in questione, quello che noto però è che la suddetta si è sì spesa in “lotte” affianco “agli ultimi”, ma in pur sempre “dorate” missioni dell’Onu e della Fao, organismi per così dire non proprio avulsi da privilegi e sperperi di denaro fornito da tutte le nazioni facenti parte di tali organismi internazionali. Quel che voglio dire è che affianco agli “ultimi” ci sono persone, laiche e non, che tutti i giorni vivono la quotidianità della povertà, delle malattie, del disagio sociale in modo un po’ più “vivo” che non l’andare con un carrozzone organizzato da un organismo internazionale che, spesso, usa il denaro a tali popolazioni destinato per foraggiare i suoi funzionari ed addetti a tutti i livelli, anziché fare il vero bene di chi si dice di voler soccorrere. Tralascio ovviamente le “voci di corridoio” che vorrebbero la signora Boldrini “spedita” a suo tempo a tale “prestigioso” incarico, dall’allora governo Prodi, per “togliersi di torno una rompipa…”, usanza tipica in politica per “promuovere a più elevato incarico” chi si vuole togliere di torno per qualche ragione, ma ciò che non mi piace in genere nelle persone è il pontificare e parlare dei problemi degli altri da una posizione di innegabile privilegio, diciamo così, “sporcandosi le mani”, usando i guanti. Questa è la sensazione che ho nel sentire la santificazione della signora Boldrini. Ripeto, questo non vuol dire che non mostri quest’immagine di sé con buona fede, ma ho conosciuto altre persone nella mia vita, anche di recente, che si mostrano come santa Teresa di Calcutta, arrivando però a 500 metri dal luogo del disastro in limousine. “Ti piace vincere facile!”, diceva una pubblicità di un gioco molto popolare in Italia ed è un costume a cui troppo ci siamo abituati perdendo di vista i reali valori messi in campo, scambiando l’apparenza per la sostanza. Tralascio la vergognosa parentesi della signora Pivetti, il cui solo lato positivo per essere stata eletta Presidente della Camera è stato il fatto di essere una donna e non certo il suo comportamento istituzionale, ma persone come Nilde Iotti, da una parte, o Tina Anselmi dall’altra, seppur lontane oramai nel ricordo dell’italietta moderna proiettata nel suo incerto futuro, sono state loro sì un esempio di donne di cui si sente la forte necessità nel desolante quadro dei nostri tristi giorni di crisi sociale, economica e di senso.
Goethe, Kant ed il nuovo Illuminismo prossimo venturo

Goethe, Kant ed il nuovo Illuminismo prossimo venturo

Si racconta che, durante il suo Italienische Reise (Viaggio in Italia) del 1787, Goethe arrivato a Napoli rimase un giorno incantato dalla voce di uno scugnizzo e si fermò ad ascoltarlo finché quello, accortosi di essere osservato, smise. Così il poeta tedesco gli chiese di continuare, ma il ragazzo si rifiutò. Il primo ebbe allora a dire rammaricato: “I figli del sole respingono i figli delle tenebre”, alludendo alla contrapposizione, per lui fortemente sentita, fra la vitalità del sud d’Europa e la supposta tenebrosità del nord della stessa. Johann Wolfgang von Goethe era un grandissimo intellettuale e rappresentava allora, e continua a rappresentare oggi, la parte migliore del grandissimo frutto del pensiero tedesco di cui è stato uno dei massimi esponenti in campo letterario. Ecco, gli intellettuali tedeschi, questi apparentemente scomparsi convitati di pietra della Germania di oggi. Eccezion fatta per Jürgen Habermas, filosofo, storico e sociologo della scuola di Francoforte, e Hans Magnus Enzensberger, poeta e scrittore, anch’egli con una formazione filosofica alle spalle. Entrambi si sono posti il “problema” di dove stia andando l’Europa moderna, quella “comunitaria”, staccandosi dal pensiero unico tedesco che non si pone domande, ma aderisce supinamente ad una forma di sonnolenta accondiscendenza al buon “trend” finanziario della “locomotiva” d’Europa. Che tristezza mi suscita pensare oggi alla nazione che ha visto la nascita dell’Aufklärung (il rischiaramento) a seguito di un fervido dibattito nato sulla rivista Berlinische Monatschrift, cui partecipò fra gli altri I. Kant che definì questo processo come l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità, obbedendo al motto sapere aude, cioé imparare a servirsi del proprio intelletto senza la guida di altri! Magari fosse ascoltato il pensiero di Kant dai suoi discendenti e da tutti noi, magari potessimo noi tutti uscire da questo stato di minorità che c’attanaglia oramai da tempo, avendo lasciato che il nostro intelletto fosse guidato da altri, da chi ha omogeneizzato ed omologato tutto il pensiero ai suoi dettami. Per capirlo, gli intellettuali, dovrebbero tornare a fare il loro “lavoro”, quello di mettere in dubbio la realtà circostante, di mettere in dubbio il pensiero dominante, di mettere in dubbio se stessi in primis. Forse non è il tempo per un nuovo Goethe o un nuovo Kant, ma se ne sente tanto il bisogno, veramente tanto!
 
The beginning of a new life

The beginning of a new life

The necessity of change is the basis for everything in nature: the caterpillar changes its skin to become a wonderful butterfly, the grain must lose the chaff for giving the fruit, the wort will become a very good wine. Even mankind changes skin every second in his life, without notice it. So change is the start point for the new. Changing its own point of view is the real revolutionary act of mankind. In Philosophy, for instance, every new kind of thought is the fruit of those before: Plato  has made “parricide” against Parmenides. In Art and Music is the same: Giotto is the “son” of Cimabue, Bach for some kind of composition is the “son” of Vivaldi. With or without a “father” the change is the subject of our life. Who doesn’t change is a dead man walking, that’s his own destiny. Only stupid men don’t change at all during their life! I have known a lot of those and I have been always amazing about their short sight. All those who say to be the new without changing their image for a long time have their destiny written in their path: stay away from them, be careful!
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Everybody lies