Le Roi est mort, vive le peuple!

Le Roi est mort, vive le peuple!

I have been asking myself during this period of Crisis what we could do to escape from this horrible situation. Being conscious of the power of so few people with such a huge amount of money, who give nothing to society, despite all this richness, I have been thinking about setting up a possible exit strategy. Finally I have understood that the solution is very simple, more than we could imagine: first of all, we forget that we are 99% of population; second, our politicians, in Italy for sure, are only the executive arm of the real owner of the power or the financial world; third, for governing a country qualified people are required. So, what is to be done? Paraphrasing Lenin, we could say! In my opinion a misunderstanding of the potential that civil power has is at the basis of our fears. We have much more power and qualifications for acting in civil society than we usually think. Have you ever thought about the fact that among us there are so many qualified people available to substitute all those people who lead our countries at this moment? We usually think that if those people govern us it should be because they are better than us: this isn’t necessarily true. On the contrary, most of the time, they are there because somebody has decided this, even if it seems they are leading the country because of an election. We should start thinking about another way to conceive the world we are living in. This world is ours: it’s just up to us to change the people who guide it. All of us, everybody with his own competence, can substitute those who are leading us into ruin. During each time of change the process has started as result of a reaction against a status quo and, those who have the power, have been using all their means to scare their contenders. I hope the time will soon come in which I hear the sentence: The King is dead. Long live the people!
La domanda sorge spontanea

La domanda sorge spontanea

Non sarà sfuggito ai più acuti ed attenti osservatori politici di questo Paesucolo di provincia del mondo come, quasi all’improvviso, negli ultimi giorni siano scoppiati “scandali” a qualunque livello istituzionale e no, che hanno visto il coinvolgimento di personaggetti e mezze tacche più o meno note, alcuni dei quali sono “addirittura” finiti in carcere. Tutti, “politici”, “giornalisti”, commentatori a vario titolo sono caduti dal pero (povero pero! Quanto peso da portare su finora!), scoprendo che il Belpaese è percorso, dalle Alpi a Lampedusa, da vicende più o meno squallide da piazzare in prima pagina dei giornali con titoli ad otto colonne piuttosto che su Facebook o similari, con immagini ad effetto dove ogni bravo italiano si unisce allo sdegno comune con un mi piace o un commento spontaneo, salvo poi tornare cinque minuti dopo a farsi gli affari propri, bofonchiando sull’ultima notizia gossippara ed aspettando in cuor proprio di sentire della successiva ancora non venuta a conoscenza dei più.
Bene; in tutto ciò però mi sembra che nessuno si sia chiesto finora come mai questa serie di finti scandali, di cui molti erano perfettamente a conoscenza già da lungo tempo, rimanendo silenti per convenienza o complicità, dicevo nessuno finora mi sembra si sia chiesto come mai tutto ciò stia venendo fuori proprio ora e in tale quantità a dir poco sospetta. La magistratura è giustissimo che faccia le sue indagini e che chiunque sia responsabile di illeciti sia punito, ma, come avrebbe detto un noto presentatore televisivo napoletano in voga qualche anno fa, la domanda sorge spontanea: come mai solo ora ed in queste proporzioni? 
Molti degli acuti ed attenti commentatori dei fatti politici dell’Italietta contemporanea di cui sopra direbbero che a porsi queste domande è solo chi fa dietrologia, anche con un pizzico di demagogia. Ebbene sì, sono reoconfesso: sono uno che si pone domande, sport mi sembra desueto in questo Paese del “volemose bene” e “tiramo a campà”. Questo proprio perché odio tirare a campare ed in omaggio a chi, magari sbagliando, ha ancora il coraggio di esprimere un’opinione, prendendosene la responsabilità di uscire fuori dal coro osannante la pubblica opinione. 
Cercando quindi di rispondere alla domanda posta prima mi viene da pensare che in un quadro internazionale come quello a cui siamo giunti, con il mondo della Finanza che spadroneggia oramai in largo e lungo nel vecchio e nel nuovo continente, all’avvicinarsi di un turno elettorale in cui la classe politica italiana è oramai ridotta ai minimi termini, come si potrebbe pretendere che i già tanto tartassati cittadini digeriscano il prosieguo della manovra distruttiva già iniziata, e direi portata a buon punto? Come giustificarne agli occhi di chi, in parte, vede inviso l’attuale presidente del Consiglio, un secondo mandato? Monti come potrebbe succedere a se stesso con il plauso generale, nonostante le sue politiche a favore dei poteri forti e a danno della maggior parte della popolazione, avendo iniziato un processo di smantellamento dello stato sociale a favore dei privati? Semplice: inizi a mettere in giro, salvo poi far finta di smentire, la notizia che il “salvatore” della Patria si “rende disponibile (che generosità d’animo!), pur non candidandosi, a guidare il prossimo Governo, proseguendo così l’opera di “risanamento” già iniziata; poi fai trapelare la voce che i “Mercati” vedono di  buon occhio un suo secondo mandato, allantonando così lo spauracchio dello spread; fai scoppiare, facendoli venire alla luce, magari passando carte alla magistratura semidormiente o fino ad allora con le mani legate, scandali vari ben noti da tempo, ma non ai più, generando un senso di indignazione pubblica e di ripulsa verso la politica “tradizionale”; Et voilà, il gioco è fatto! Un popolo sonnacchioso dell’iphone si desta e dell’elmo di Scipio si cinge la testa. Ecco pronto il salvatore dei residui valori patrii: Mario Montes II, re d’Italia!
Vogliamo scommetere? A dopo le elezioni l’arduo responso!
Citizen Kane, ovvero il coraggio delle idee

Citizen Kane, ovvero il coraggio delle idee

L’Italia, patria del diritto, soprattutto quello ereditato dai Romani, in quel caso sì un autentico capolavoro tutt’ora alla base di numerosi ordinamenti giuridici europei, annovera ancora fra gli altri suoi numerosi gioiellini legislativi il cosiddetto Codice Rocco, del 1930.
Alfredo Rocco, ministro di Grazia e Giustizia del Governo Mussolini, varò anche il codice penale che porta il suo nome e che è tutt’ora in vigore. Pur non essendo fra i personaggi più oltranzisti del periodo era pur sempre un rappresentante politico di un’epoca non certamente famosa per essere propriamente liberale, di conseguenza non ci si possono di certo aspettare miracoli da un testo normativo figlio di tale periodo. Questa la necessaria premessa d’ordine storico; poi c’è la cronaca minuta dell’italietta delle solite false polemiche che riempiono i titoli dei nostrani giornaletti e tg.
L’ultima pietra dello scandalo è stata quella rappresentata dalla condanna definitiva dell’allora direttore di “Libero” Alessandro Sallusti (subito soccorso da tutti i benpensanti e paladini della libertà, come da copione). I fatti risalenti al 2007, in breve vedono una vicenda giuridica che coinvolgeva una ragazzina di 13 anni rimasta incinta a cui un magistrato, Giuseppe Cocilovo, lasciò piena scelta di coscienza riguardo all’aborto, peraltro avallato dalla madre (i genitori erano separati, il padre non sapeva nulla della storia e la ragazzina ebbe un crollo psciologico che ne causò il ricovero in neurologia, facendo venire fuori tutta la storia).
Ebbene, il paladino del libero pensiero Sallusti autorizzò la pubblicazione di un articolo la cui tesi, mai smentita peraltro e a firma Dreyfus, pseudonimo a quanto pare del “giornalista” oggi deputato del Pdl Renato Farina, secondo la quale la vicenda fosse di una gravità tale, avendo per giunta alterato gravemente il reale svolgersi del fatto, da giustificare una condanna a morte dei genitori, del medico e del giudice coinvolti nell’efferato abominio di quell’aborto! Buona e sana “morale” pseudocattolica di quel personaggetto di tutto rispetto di Farina, su cui molto ci sarebbe da scrivere in altra sede.
Ora il punto qual’è? Non bisogna forse difendere la libertà di stampa e d’opinione? Bisogna considerare reato quello della libera espressione di un giornalista? Risposta: ovviamente no! Il problema è che qui, surrettiziamente, si scambia la sacrossanta difesa della libertà d’opinione, non di certo tutelata dal nostro ordinamento giuridico, con la volontà diffamatoria deliberata di chiunque sia considerato, per una ragione o per l’altra, un esponente con parole od azioni, di un pensiero contrario a quello di una “parte” politica o di leadership della società. Gli effetti di tale diffamazione sono molto più gravi e persistenti di quel che apparentemente si potrebbe pensare: il caso Boffo insegna. Si fa presto a rovinare la vita di quello che si considera, a torto o a ragione, un avversario, soprattutto se si hanno alle spalle ingenti mezzi economici e non per poterlo fare. Il difficile è uscire da parte di chi se ne trova vittima da tutta una serie di conseguenze derivanti dal giudizio negativo in ambito sociale e lavorativo che questo comporta. Ci sono state persone, con molta più visibilità sociale del magistrato in questione (penso ad esempio ad Enzo Tortora), che si sono viste completamente rovinata la propria vita dall’oggi al domani, senza nulla poter fare per evitarlo, nonostante la notorietà di cui godevano.
Dunque non sto qui a difendere un indifendibile Codice Rocco, che tutte le parti politiche hanno avuto il tempo necessario per abolirlo o al limite cambiarlo in gran parte, dalla ormai decisamente lontana caduta del Fascismo e che non lo hanno mai fatto, bensì sto dicendo che non si può scambiare la libertà d’opinione con il totale avallo dell’uso di un privilegio, quale quello di poter esprimere, con un’eco nazionale, un vero e proprio attacco politico e di idee a persone che non hanno la possibilità reale di vedere difesi i loro diritti più elementari, venendo additati come “nemici” della democrazia e della società, con tutte le conseguenze nefande per la propria vita di cui sopra. La stampa che è un vero e proprio potere, come lo stesso Orson Welles aveva capito e ci aveva insegnato in un bellissimo film (Citizen Kane), va sì difesa nel giusto espletamento delle proprie funzioni, ma non giustificata ad ogni costo. Ciascuno è libero di esprimersi, avendo il coraggio di sostenere le proprie idee fino in fondo, senza per questo avere una sorta di salvacondotto per ogni infamità. Voltaire sosteneva che, pur non condividendo le idee altrui era disposto a difendere il diritto degli altri ad esprimerle, perfino al costo della propria di morte: concetto ben differente e ben più elevato che le volontarie tonnellate di fango spalate da taluni su altri per vincere ad ogni costo e fatte passare per un nobile diritto!
El pueblo unido jamás será vencido

El pueblo unido jamás será vencido

I wrote some months ago that the “indignados” movement could have been the starting point for change, first in Europe and later in America. This hope is still alive, as the protests and demonstrations in Spain these last few days show. Riding the wave of the moment, people protest in Greece too. They are serious populations. And here in Italy? Nothing, as usual. Maybe the sicilian protest of some months ago could be seen as an example of the rising up of a sleeping population. We should remember the words of a very famous song from some years ago: “El pueblo unido jamás será vencido”! We are 99%!
Spain     Greece
Un grande italiano, d’altri tempi

Un grande italiano, d’altri tempi

A me piace ricordarlo così, giovane e pieno di speranza per il futuro

“Mi guardo attorno e non vedo che poveri naufraghi, o peggio, vedo dei piccoli uomini che sembrano preoccuparsi solo di miserie e non pensano alla tragedia della nostra Patria”.
Quanto è attuale, purtroppo!

Alessandro Pertini
San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896 – Roma, 24 febbraio 1990

Questa sera si recita a soggetto

Questa sera si recita a soggetto

La miopia politica della nostra italietta non finirà mai di stupirmi: un sabba di dichiarazioni di giubilo in rete e su tutti i tipi di media s’è scatenato da qualche giorno ed ha avuto il clou stasera con le “annunciate” dimissioni del Governatore della Regione Lazio, Renata Polverini. Intendiamoci, mai tanto m’è stata invisa una “politica” quanto costei, essendo a capo di un organismo politico con il quale ho avuto a che fare, per mia sfortuna, facendone direttamente le spese da un punto di vista lavorativo, con un cambiamento di vita radicale; ciononostante ritengo quantomeno miope, come dicevo, gioire per un fatto così insignificante all’interno del distrutto quadro politico di questo Paese. E’ un po’ come quando si dimise Berlusconi: i giochi erano già fatti da tempo. Ci si stupisce per gli scandali di festini e sperperi, come se nessuno sapesse, come se cadessero tutti ora dal pero: ma per favore! Tutti sapevano, tutti erano d’accordo, nessuno escluso, per convenienza e/o connivenza. Anche i cosiddetti giornalisti, quando il piatto gli viene servito caldo, si sbizzarriscono a denunciare, facendosi paladini dell’indignazione di questo popolo sonnolento, che si sveglia solo quando gli sbattono sotto gli occhi, fra una velina mezza svestita ed una partita di calcio, una realtà che supera la fantasia e di molto. Questo è un Paese morto, io lo sto dicendo da molto tempo, e questo è solo l’ennesimo capitolo di una farsa che ciascuno, ogni giorno, recita a soggetto: povero Pirandello, sembra aver scritto in vano il suo capolavoro teatrale. Il nostro è un popolo notoriamente poco avvezzo alla lettura e men che mai alla frequentazione dei teatri; deve essere per questo che non capisce il copione che segue ogni giorno inconsapevolmente. Chissà cosa ci sarà scritto sulla pagina di domani! Basta girarla questa benedetta pagina, basta girarla e leggere!
Luigi Pirandello
Ἠθικὰ Νικομάχεια, or the old values

Ἠθικὰ Νικομάχεια, or the old values

In the VI book of the Nicomachean Ethics, Aristotle describes wisdom (σοφία) as a combination of nous (νοῦς) and episteme (ἐπιστήμη), that is intellect and knowledge. Who could say today that wisdom is the main purpose of our leaders? Nobody, I’m afraid! Most of them seem not to use intellect and knowledge, but only incompetence and greed for money. This is the point: money, the new value of our world. For Aristotle the good was the same for the the singular person and for the city (common wealth). Today the intellect is used only for their own profit and the knowledge is serving for equity capital, for Finance. The technique has replaced the capability of Politics to lead the world, and has become a value it itself. No more the technique is in service of humanity, but on the contrary man serves it. The technique is not more the means of the human acting, but is it itself the subject around whom the human acting goes. The technique has become the way with whom everything is justified, and this is very, very dangerous. Everything could be done in the name of this new “god”, of this new absolute value, even killing people or making them slaves in many ways. Maybe I’m a nostalgic person: the ancient greek wisdom, miss me!
Raffaello Sanzio – The School of Athens
“L’autunno” del nostro scontento

“L’autunno” del nostro scontento

“Dove eravamo rimasti?”, questo l’incipit con il quale un indimenticabile e, forse, indimenticato giornalista e presentatore tornò in televisione dopo una lunga vicenda giudiziaria che lo vide, purtroppo per lui e per la giustizia italiana, senza colpa alcuna protagonista nelle patrie galere. Già, dove eravamo rimasti? Passato il lungo caldo dell’estate, ai primi freddi ed alle prime piogge la natura riprende vita e tornano a farsi vivi tutti gli esseri che s’erano “assopiti” sotto il sole accecante. Così anche nella società civile? A ben vedere tutto il resto del mondo non è poi così vero che s’è tutto congelato in questo periodo: le vicende siriane, israeliane, egiziane hanno continuato ad “attirare l’attenzione” dei media nostrani, così, distrattamente, per riempire i tg e le residue trasmissioni d’informazione sopravvissute al lungo inverno precedente. Poco invece hanno visto i titoli di testa le dimostrazioni che sono continuate negli Stati Uniti e in altre parti d’Europa, quali la Spagna, la Grecia e la Francia, per non parlare delle imponenti manifestazioni di protesta in Giappone contro la riapertura delle centrali atomiche da parte del Governo.
Se non fosse per la Rete, quell’internet dove si può trovare tutto ed il contrario di tutto, dove l’informazione, la contro informazione, la disinformazione pululano e riempiono le pagine dei più svariati siti, qui in Italia il sonno avrebbe preso il sopravvento, tra un film degli anni 60 ed un telefilm americano degli anni 70, eccezion fatta per le “terribili” notizie sullo spread che ci controlla da lontano. La Politica era andata in vacanza; e quando mai non lo è stata negli ultimi anni? Ora è tornata e tutti s’affannano a trovare la formula più adatta per presentarsi sul palcoscenico delle prossime elezioni politiche nostrane (a che servono non si capisce bene!) ed è un tourbillon di dichiarazioni di verginità e di lavaggi virginali nelle fresche acque dell’oblio tipico di questa nazione: sono tutti rappresentanti del nuovo che avanza, che prenderà saldamente le redini di questo disastrato Paese (disastrato per colpa di chi?) portandolo a vita nuova, verso un futuro roseo che ci farà uscire dalla Crisi, seppur fra le innegabili difficoltà! Che bel quadretto. Viene quasi da commuoversi, se non fosse che si sta guardando un canale che trasmette solo programmi taroccati e già andati in onda. Siccome però il senso di vuoto e di smarrimento che pervade le “menti pensanti” di questo Paese è più vivo che mai, ecco che allora dal cilindro s’affrettano tutti a tirar fuori l’idea geniale: continuare, dopo legittime elezioni, a far guidare la baracca dallo stesso manovratore che sa bene dove dirigerla, o meglio ancora, dove la sta portando con lucida programmazione. Nel frattempo si distrae l’opinione pubblica con polemiche di bassa lega nei confronti di quei magistrati che, dopo una vita passata a combattere la mafia e le varie mafie di questo Paese, non si rassegnano a rimanere nel mirino di coloro che probabilmente ne avranno già decretato la condanna a morte, cercando di “svegliare” le coscienze eternamente sopite di questo popolo pecorone, esortandolo a prendere il proprio destino in mano con l’unico strumento “legale” in suo possesso, cioé l’urna. 
Non c’è che dire, l’autunno è alle porte, quello metereologico, ma quello della vita di questo Paese è già in stato avanzato di svolgimento e, apparentemente, nessuno se n’è accorto. Lo storico Huizinga nel 1919 pubblicò una sua oramai celeberrima opera, “l’autunno del Medioevo”: chissà un giorno chi scriverà e in che termini quello di questa stagione del mondo, forse un novello Shakespeare o un nuovo Steinbeck!

Theme: Overlay by Kaira
Everybody lies