Aristotele vs Shylock

Aristotele vs Shylock

Aristotele sosteneva che l’uso del denaro è legittimo se viene usato per fare acquisti, ma che diventa illegittimo se lo si usa non come mezzo ma come fine, quando cioè non lo uso più per fare acquisti ma per accumularlo. In sostanza ne condanna l’accumulazione (in Greco “crematistikà”).
Il denaro deve essere un mezzo, non un fine. Anche Marx riprenderà le sue teorie in proposito. Francamente non mi sembra sia lo stesso concetto che ha il Capitalismo, di cui la Finanza è la massima espressione contemporanea. La nostra società oramai ritiene “normale” che un uomo possa guadagnare 400 o 500 volte più dei suoi collaboratori: un Marchionne, per esempio, viene indicato quale brillantissimo manager cui tutto è permesso in nome dei risultati ottenuti. Un Guarguaglini viene liquidato, dopo aver usato a scopo di corruzione e per proprio vantaggio personale la più grande azienda di Stato, Finmeccanica, con una buonauscita di oltre 5 milioni di euro. E questi sono solo degli esempi dei guadagni di cui gode una classe “dirigente” economica in cui l’attuale Governo annovera più di un autorevole rappresentante, ivi compreso lo stesso presidente del Consiglio. In un momento in cui agli italiani si chiede si sopportare manovre finanziarie “lacrime e sangue”, in cui migliaia di persone vengono licenziate da aziende private e parastatali in nome di un’efficienza del mercato del lavoro che in realtà non vuol dire sviluppo e crescita, bensì ulteriore accumolo di guadagni per pochi, i nostri politici cosa fanno? Niente! Ad iniziare dal Capo dello Stato che in televisione chiede al popolo italiano di contribuire, nonostante il “momento difficile” a donare denaro per un’iniziativa, senz’altro lodevole quale Telethon (sarebbe interessante andare a vedere i lauti guadagni che da tali maratone televisive ricavano personaggi quali Michele Guardì, ideatore e regista televisivo di tale happening): come dire… una discreta faccia di bronzo, visti i notevoli costi del Quirinale a carico delle casse statali (decine di volte maggiori di quelli della regina Elisabetta nel Regno Unito). Per non parlare dei nostri rappresentanti politici, quali ad esempio quelli del Consiglio regionale del Lazio che, riunitisi a tarda notte giovedì scorso, hanno candidamente deciso che solo dalla prossima legislatura ci sarà un taglio dei vitalizi che li riguardano in prima persona. Che dire, evidentemente, le nostre non sono una classe politica ed una economica che hanno molto seguito il pensiero dei classici greci: i loro riferimenti sono ben altri, forse hanno letto Shakespeare, con particolare riferimento alla figura di Shylock nel Mercante di Venezia. Si, deve essere andata proprio così, non ci può essere altra spiegazione in proposito…
Il saggio Briatore…

Il saggio Briatore…

In una trasmissione televisiva di una delle maggiori reti nazionali, ieri sera,  è stato intervistato il “manager” maneggione Flavio Briatore, il quale s’è prodigato nel dare giudizi e consigli riguardo la manovra economica del governo Monti. Fin qui tutto rientra in un “normale” gioco delle parti, dove i finti “controllati” si lamentano del “controllore”, ma ciò che ho trovato francamente disarmante è stato l’applauso del pubblico presente in studio alle parole del grande saggio allorquando ha dato la sua ricetta su come far pagare le classi privilegiate (tassare le rendite del 3 o 4%) e non colpendo le proprietà, quali, ad esempio, le barche (il soggetto in questione è proprietario di uno dei più grandi yacht di lusso circolanti in Italia e non). Ovviamente non ha fatto cenno alcuno circa l’evasione fiscale, chissà come mai! E’ stato disarmante perché è stato chiaro come la gente avesse bisogno di un “capopopolo” che le dicesse cosa fosse giusto e cosa no. E a quale “modello” ha fatto riferimento!
A parte le poco chiare faccende messe in opera dal buon proprietario del Billionaire (fra i cui soci può vantare gente del “calibro” di Daniela Santanchè, Lele Mora, Paolo Brosio e Marcello Lippi, degni compagnucci della parrocchietta) si è “sbadatamente” dimenticato di dire alla gente che la maggior parte delle rendite delle grandi ricchezze fanno capo a società, molto spesso con sede all’estero (quindi non sotto la giurisdizione fiscale italiana) o comunque società di comodo, spesso e volentieri composte da ramificazioni a scatola che rendono assai difficile individuare i “reali” proprietari delle medesime.
Dunque, dopo il populista Berlusconi, il popolino italiano sta cercando nuovi “guro” a cui dare credito e da cui dipendere, aspettando a bocca aperta che gli dica ciò che è giusto e ciò che non lo è. D’altra parte si sà, il cervello è ormai un optional…
Pertanto, se volete candidarvi a nuovo uomo del destino, fatevi avanti, c’è un popolo intero, o quasi, che v’aspetta!
Le cose

Le cose

LAS COSAS                                                                                LE COSE

El bastón, las monedas, el llavero,                                             Le monete, il bastone, il portachiavi,
la dócil cerradura, las tardías                                                     la pronta serratura, i tardi appunti
notas que no leerán los pocos días                                            che non potranno leggere i miei scarsi
que me quedan, los naipes y el tablero,                                     giorni, le carte da giunco e gli scacchi,

un libro y en sus páginas la ajada                                              un libro e tra le pagine appassita
violeta, monumento de una tarde                                              la viola, monumento d’una sera
sin duda inolvidable y ya olvidada,                                            di certo inobliabile e obliata,
el rojo espejo occidental en que arde                                        il rosso specchio a occidente in cui arde

una ilusoria aurora. ¡Cuántas cosas,                                          illusoria un’aurora. Quante cose,
láminas, umbrales, atlas, copas, clavos,                                    atlanti, lime, soglie, coppe, chiodi,
nos sirven como tácitos esclavos,                                              ci servono come taciti schiavi,

ciegas y extrañamente sigilosas!                                                senza sguardo, stranamente segrete!
Durarán más allá de nuestro olvido;                                           Dureranno piú in là del nostro oblio;
no sabrán nunca que nos hemos ido.                                         non sapran mai che ce ne siamo andati.

 Jorge Luis Borges

Torniamo a leggere i classici: hanno già detto molto e in un modo stupendo!

Il tragico realismo di Leonardo da Vinci

Il tragico realismo di Leonardo da Vinci

Scrisse Leonardo da Vinci: “Ecco alcuni che non altramente che transito di cibo, e aumentatori di sterco e riempitori di destri* chiamarsi debono, perché per loro non altro nel mondo apare, alcuna virtù in opera si mette, perché di loro altro che pieni destri non resta.”
Ecco un modo arguto per definire molte persone che capita d’incontrare nella nostra vita e solo un genio come Leonardo poteva descrivere l’inutilità delle stesse, in una sintesi perfetta di significato e causticità.
Alla fine del più brutto anno della mia vita posso, con tragica ironia, dire d’aver visto riempire i destri da numerosi personaggi/e che incarnano “l’esser transito di cibo”.
* destri=cessi

Torniamo a studiare i classici: hanno già detto moltissimo ed in modo impareggiabile!

The Bel Paese: once upon a time Italy…

The Bel Paese: once upon a time Italy…

There was a time in which Italy was well known as the Bel Paese; it was the time in which nice landscapes, good food, art and the quality of life had made the country of Leonardo, Michelangelo, Galileo, Fermi and many others, one of the best place where to desire to live. After the second world war Italy was a country full of hopes, activities and people had a future forward, making plans, doing new things, looking to a unknown destiny, nevertheless there was a large sense of fire inside the souls. It was a long time ago! After that period, a corrupted political class changed the future of this country forever, selling the future of next generations for a welfare state that was just increasing the public debt of the nation. It was 30 years ago, more or less, but now the present generation have to pay that bill! The generation of people that is too young to be retired  (40-60) if lose the job hasn’t possibilities to find a new one, and the young generation (20-30) hasn’t the possibility to go into the job market, because who is working have to do it until more than 70 years of age. In other words this is a country with no future, where the hopes haven’t possibilities to be realised and where politicians didn’t look forward to culture, to research, to the development of all that social components that are made for a country that is planning to live into the new millennium. Once upon a time there was a very pleasent country, Italy… no more today!
Liberté, Égalité, Fraternité e… lacrime e sangue

Liberté, Égalité, Fraternité e… lacrime e sangue

Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!… (*)
Liberté, Égalité, Fraternité(**)
Nella Critica al programma di Gotha* K. Marx esprimeva con queste parole l’auspicio di un futuro della società dei lavoratori. Invece l’enunciato alla base della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino** è ormai un vessillo incontestabile dei diritti promulgati dalla Rivoluzione francese. Basterebbero queste due citazioni a farci riflettere circa i risultati della manovra politico-economica varata dal governo Monti. Rispecchia quest’ultima in qualche modo i concetti espressi, in queste due asserzioni, di un bisogno di valori fondanti della società e della “cosa comune”? Francamente non mi sembra proprio! Al contrario sembra essere la continuazione di un discorso iniziato già da diverso tempo da altri e continuato con metodi certamente di maggior impatto, ma di uguale devastante effetto. Ha senso parlare di sacrifici sociali, quando vengono chiesti sempre ai “soliti noti”? Si può parlare di futuro (quale idea di futuro poi abbia il prof. Monti ce lo deve ancora spiegare) ad una società alla quale si chiede di farsi carico interamente di risanare l’economia di un’intera nazione, senza andare a chiedere un contributo significativo a chi detiene la vera ricchezza della nazione medesima che si vorrebbe “salvare”? E’ un po’ come dire ad un condannato a morte di non lamentarsi troppo perché disturba chi sta lì a guardarsi lo spettacolo, cioé chi continua a farsi i propri comodi piangendo una finta miseria invece di calare un silenzio dignitoso sui propri privilegi. L’esimio prof. Monti e tutti i ministri del suo Governo si rendono conto che il limite di sopportazione di una società non può essere valicato per troppo tempo, altrimenti episodi come quelli dei pacchi bomba recapitati in questi giorni a personaggi ritenuti, a torto o a ragione, simboli di un “potere” da colpire, rischiano di diventare un comune sentire fra gli animi esasperati da una povertà via via più diffusa? Menenio Agrippa diceva che “lo stomaco non ha orecchie”: è una profonda verità che andrebbe tenuta maggiormente in considerazione!
The great Eagle and the little Nightingale

The great Eagle and the little Nightingale

Said the Eagle to the Nightingale: I’m strong, swift, flying high in the sky and everybody is afraid of me.
Replied the Nightingale to the Eagle: I’m weaker and slower than you and the branch of the tree is the higher place where I can fly, but when I sing all Creation stops to listen to me.

Sometimes from the little beings come out greatest things!

O tempora, o mores!

O tempora, o mores!

O tempora, o mores! Senatus haec intellegit. consul videt; hic tamen vivit. Vivit? immo vero etiam in senatum venit, fit publici consilii particeps, notat et designat oculis ad caedem unum quemque nostrum. Nos autem fortes viri satis facere rei publicae videmur, si istius furorem ac tela vitemus. Ad mortem te, Catilina, duci iussu consulis iam pridem oportebat, in te conferri pestem, quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
M.T. Cicero, Orationes in Catilinam, II
Questi i tempi! Questo il malcostume! Il Senato conosce l’affare, il console lo vede, ma lui è vivo. È vivo? Addirittura si presenta in Senato, prende parte alla seduta, indica e marchia con lo sguardo chi ha destinato alla morte. E noi, uomini di coraggio, crediamo di fare abbastanza per lo Stato se riusciamo a schivare i pugnali di un pazzo! A morte, Catilina, già da tempo dovevamo condannarti per ordine del console e ritorcerti addosso la rovina che da lungo tempo prepari contro noi tutti!



M.T. Cicero, Orationes in Catilinam, II

E’ cambiato nulla dopo 2000 anni? Non molto, purtroppo: i “pazzi” che ci governano sono altri, ma l’agire è sempre quello!

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Everybody lies