United States of… Europe

United States of… Europe

The last events in the economic international landscape have pointed out that is urgent a common policy of the states of the EU, most of all about financial matters and of foreign policy. It isn’t a pure case if in these last month there have been many attacks to the EU economy. A strong Europe would be a very hard opponent to the policies of China and Usa. I think that there isn’t time to delay this, no more. And I think that there isn’t a different way to escape from a such difficult situation for the main nations of Europe. The UK has done a different play, ever in partnership with the USA, and could be necessary to leave it alone, cause on the contrary it could be too late. An example of the problem of foreign policy could be the last war in Libia and the different positions that there are about the problem of the relationship between Israel and Palestina. On the other side, the continuous attacks against the european currency show the weakness  that is the target of the international economic power. It is useful for many of those to have an Europe not united that, on the contrary, could scare them. So it’s time for United States of Europe!
A voi sembra normale tutto questo?

A voi sembra normale tutto questo?

Come ho più volte scritto nei giorni scorsi, le responsabilità dell’attuale crisi finanziaria del nostro Paese e di altri del vecchio continente può essere imputata, in misura maggiore di altre concause, alla speculazione finanziaria della Goldman Sachs e di altre agenzie americane a lei consolidali. Lo dicono oramai molte voci di economisti e non, di diversa estrazione. L’articolo da me qui riportato di MF è l’ennesima conferma. Ora la domanda da porsi mi pare sia solo questa: vi pare normale che accada tutto questo? Vi pare possibile che una o più banche d’affari siano in grado di decidere le sorti di intere nazioni e di tutti i cittadini che vivono, lavorano e hanno aspettative di una vita “normale” nel Paese in cui sono nati o hanno scelto di vivere e che debbano vedere il proprio futuro alla mercé di pochi speculatori che si trovano in un ufficio dall’altra parte del mondo? Non sembra anche a voi che sia arrivata l’ora di ripensare il mondo in cui la società internazionale interagisce con il sistema economico internazionale? Non vi pare che non si possa continuare a pagare il prezzo di operazioni fatte da altri, sopra le nostre teste, senza lamentarci per questo, senza porci degli interrogativi su come vogliamo che la nostra vita e quella delle generazioni future debba essere indirizzata? Io me lo sto chiedendo da tempo; se iniziassimo a chiedercelo in molti, facendoci molte più domande su come viene gestita e da chi la nostra vita, senza prendere sempre per buone le cose che ci vengono propinate da organi di stampa prezzolati o ufficiali, da voci di personaggi che fanno parte del sistema che causa questa anomalia, forse una strada diversa la si potrebbe anche intravedere.

Articolo di MF 

Guarda un po’ se alla fine non tocca “difendere” Tremonti…
Il buon Draghi

Complottisti… per caso. Puro, ovviamente!

Complottisti… per caso. Puro, ovviamente!

C’è chi la pensa in modo diverso, un po’ come me: sono contento di non essere il solo ad avere tali sospetti. Solo discorsi d’Accademia… di trenta anni fa… I soliti retro complottisti, insomma… poi un bolscevico come Chiesa…, che gentaccia che siamo…

Finanza 1

Finanza 2

Vedasi il mio precedente post Goldman Sachs ed il destino del mondo ed il più recente I salvatori della Patria

L’irragiungibilità della felicità

L’irragiungibilità della felicità

C’è una cosa che s’impara nella vita solo con il tempo; questa cosa la si crede impossibile a lungo e non si presta orecchio a chi, avendone già provato l’amaro sapore che lascia nel profondo, ci dice che prima o poi capiterà anche a noi; questa cosa, sebbene paia esser molto banale, è fra le più profonde che un essere umano possa sperimentare e che lascia i segni più profondi nell’animo. Questa cosa è l’ineluttabilità del cambiamento, non nel senso più banale che ciascuno può sperimentare, cioé l’invecchiamento, il passare del tempo in sé e per sé: così sarebbe semplicemente constatare la caducità dell’essere umano che è insita nella natura dell’esser uomini. Ciò a cui faccio riferimento, invece, è il pensare, errando a causa della spontaneità che ci spinge a crederlo, che le situazioni, soprattutto quelle gratificanti, possano essere nel nostro sentire di esseri umani “eterne”. Esempio tipico sono gli affetti il cui apice è l’amore. Quando si è innamorati si pensa che sia un sentimento destinato a durare in eterno (sennò che amore sarebbe!), ma si scopre con il tempo che purtroppo non è così e che quel senso di benessere che proviamo in quei momenti irripetibili è destinato a svanire. L’amicizia, perfino questo legame, da me creduto in gioventù più profondo nell’animo dell’amore stesso, perché non condizionato da fattori strettamente sessuali, è anch’essa legata al medesimo destino. Per non parlare di sentimenti o fattori di legami di altro genere che coinvolgono l’essere umano, tipo la simpatia o l’affetto. Siamo esseri disgraziati che s’affannano a rincorrere la felicità non capendo che non potrà mai appartenerci fino in fondo!
I salvatori della Patria

I salvatori della Patria

Nella storia della Repubblica italiana si sono succeduti a più riprese i cosiddetti salvatori della Patria. E’una tipologia, quella del salvatore, che s’incarna di volta in volta nell’uomo del destino che faccia risorgere le sorti del Paese, da un punto di vista economico, sociale o culturale. Ad ogni crisi politica di una certa entità si fa dunque ricorso a questa tipologia d’uomo. Questa volta è il turno, così sembrerebbe, di Mario Monti, pluri incaricato professore d’economia dal curriculum studiorum di certa rilevanza, nonché un cursus honorum di tutto rispetto: professore ordinario presso l’Università degli Studi di Trento, insegnante presso l’Università degli Studi di Torino, professore di economia politica presso l’Università Bocconi di Milano e direttore dell’istituto d’Economia presso la medesima università. Fra gli altri incarichi è stato vicepresidente della Comit, Rettore e Presidente della Bocconi, Commissario europeo. Inoltre è presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento neoliberista fondato nel 1973 da David Rockefeller e membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg e ciliegina sulla torta è stato dal 2005 international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen. È inoltre advisor della Coca Cola Company. Che altro dire? Niente, soprattutto dopo questi ultimi due incarichi. Riassumiamo: Goldman Sachs è la banca finanziaria statunitense responsabile, assieme alle più note agenzie di rating d’oltre oceano (Standard & Poor’s, Moody’s, Fitch), dell’attuale crisi internazionale e tanto Mario Monti quanto l’attuale Presidente della Banca centrale europea Mario Draghi sono stati uomini di punta di tale banca. Sarà un caso? Sarà un caso che le banche, gli unici organismi che hanno ricevuto aiuti statali massicci in seguito alla crisi del 2008, che avevano contribuito in larga parte a creare loro stesse, abbiano questi “uomini del destino”, come il nuovo primo ministro del Governo transitorio greco, Lucas Papademus, come leaders dei Paesi che hanno prima massacrato da un punto di vista economico e sociale. Sarà che sono sospettoso di natura, ma come diceva Giulio Andreotti “a pensar male è peccato, ma spesso ci s’indovina”! Ma vuoi vedere che l’economia ha programmato di prendere il posto che una volta era deputato alla politica alla guida dei Paesi del cosiddetto mondo industrializzato! Il Capitale prende il posto della politica e la fagocita usurpandone le prerogative che le sono proprie: occuparsi dello sviluppo e dell’ambito sociale, secondo quella che era la definizione aristotelica, cioè di amministrazione della “polis” per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano, ovvero dovrebbero poter partecipare!
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