Il ballo del Limbo
I diversamente giovani come il sottoscritto (e, ovviamente, anche quelli nati prima) ricorderanno un ballo nato nell’isola di Trinidad, ai Caraibi, che andava molto di moda in tutte le feste a partire dai primi Anni Sessanta, anche grazie alla musica orecchiabile e ritmica di un pezzo dei “Champs”, reso ancor più celebre da Chubby Checker con il titolo Limbo Rock.
Ebbene tale ballo consiste nel passare a ritmo di ballo sotto un’asticella sorretta o da altri partecipanti al ballo medesimo o da appositi sostegni. Ad ogni turno ciascun ballerino dovrà, senza toccare l’asticella medesima o il terreno con la schiena, passare sotto tale ostacolo posto di volta in volta più in basso. In pratica si tratta dell’opposto di quanto avviene in atletica con l’asticella del salto in alto o del salto con l’asta, dove invece di essere abbassata l’asticella viene posta sempre più in alto per passarci al di sopra senza toccarla.
Questa è l’immagine che mi viene in mente, a me noto complottista di terz’ordine, in merito alla storia, dal mio punto di vista molto divertente, dei vaccini salvifici che in tutti i Paesi si vedono come la panacea a tutti i problemi che la “pandemia” sta causando al mondo. O meglio, si vedevano come tali. Già, perché i meno attenti non ricorderanno come lo scorso anno, nel pieno del panico derivante dalle morti e dall’incertezza su come avvenissero i contagi del virus, si iniziò a parlare del vaccino come il solo mezzo per liberarci da questo immenso incubo e tornare alla “normalità”. Quando poi i vaccini, prodotti a tempo di record, sono arrivati, si è iniziato a dire che nonostante la vaccinazione non si potrà arrivare ad una vita “normale”, come quella di prima. Occorrerà continuare a portare la mascherina e il cosiddetto distanziamento sociale. Questo, dicono i ben informati (oramai chiunque spara opinioni e notizie in proposito a qualunque cosa), perché il vaccino proteggerebbe chi lo fa, ma non gli altri da un possibile contagio (immagino per tocco “divino”, visto che gli anticorpi non dovrebbero rendere nessuno più contagioso). Ad ogni modo la cosa che trovo più interessante non è questa, visto che personalmente non intendo affatto vaccinarmi (e se mai dovessero obbligarmi anche solo per prendere i mezzi pubblici spero di potermi fare quello russo “Sputnik V”), quanto invece il fatto che i vaccini sembra che non bastino per tutti e che, a causa di questo fatto misterioso, i tempi di un “ritorno alla minima normalità” si allungheranno di conseguenza.
In parole povere, non credo che i vaccini non ci siano (fuori dall’Europa ci sono eccome, oltre al fatto che ci sono brocker europei che li hanno e li vendono solo al di fuori dei confini della UE, per espresso divieto). Al contrario penso che si vogliano allungare sempre di più i tempi dell’inutile vaccinazione (le varianti si diffondono e rendono inutile qualsiasi vaccino. Mentre non si dice che basterebbe curare i sintomi, visto che le cure ci sono e sono a bassissimo costo) per dare più tempo a chi di dovere di far fallire le piccole e medie imprese e impoverire la gente che non trova più lavoro. Il Grande Reset di Davos a questo serve. Un solo anno di finta pandemia (ho già spiegato altrove perché “finta”) non è sufficiente a portare a compimento tale operazione. Occorre continuare con le aperture ad organetto (fatte per ridare una tenue speranza di vedere la fine dell’incubo), salvo poi richiudere tutto dando la colpa ora all’irresponsabilità dei giovani o dei vacanzieri, ora all’ennesima variante proveniente da chissà dove, che causano la terza, poi la quarta, la quinta ondata e così via. Tutto ovviamente condito da false o parziali notizie diffuse a profusione dai media complici e servi del grande potere.
L’asticella si avvicina sempre più verso il terreno e a tempo di Limbo si scende sempre più, ma ancora non tutti se ne stanno rendendo conto.