Una letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,

ti scrivo questa letter(ina) affinché tu possa regolarti su cosa portarci come regalo per la fine di quest’anno. Se poi non riuscissi a fare tutto entro questo Natale potrai sempre chiedere una mano alla Befana, o a qualche altro personaggio dispensatore di balocchi, ricchi premi e cotillon. Tanto di questi tempi è pieno un po’ ovunque nel mondo.

Devo dire che c’è l’imbarazzo della scelta nel proporti avvenimenti e cose che richiederebbero un intervento, per così dire, “magico”, risolutore. Qui di seguito te ne elenco tre fra le più importanti, pur essendo conscio che tralascerò di menzionartene molte altre, un po’ per questione di lunghezza, un po’ per mia ignoranza personale.

 

 

Si vis pacem para bellum, e viceversa

Direi di iniziare con un classico: la guerra in Ucraina, ossia l’inizio di questa Terza Guerra Mondiale fatta a tozzi e bocconi, un po’ qua e un po’ là.

Dunque, la situazione è la seguente: la pantomima sta per finire. Si aspetterà quasi sicuramente l’insediamento sul trono del nuovo salvatore dell’umanità, al secolo il ciuffo dorato, il “Potus”, alias Donaldone Trumpone.

Quale migliore viatico per il suo secondo mandato di una bella soluzione telefonata con l’altro attore della scena dei paladini della giustizia? No, non mi riferisco al giullare ucraino, detto “tiro facile”, mi riferisco all’inquilino del Cremlino (sulla cui autenticità ci sarebbe molto da dire).

Sì, direi che i tempi sono oramai maturi per la spartizione dei pani e dei pesci ucraini. Ognuno vuole mangiare a quella mensa e dopo aver fatto a scazzottate, usando prevalentemente la faccia degli abitanti del posto, si realizzerà l’“equa” divisione di territori e di risorse. Alla fine, chi più, chi meno, saranno tutti contenti, eccezion fatta per il popolo, s’intende.

 

 

ישראל השלמה, Eretz Yisrael Hashlemah

Qui la cosa si fa più difficile, caro Babbino. Dovresti parlare con quel mascalzoncello di Benjamin (Bibi per gli amici) Milejkowski, al secolo Netanyahu, e sentire fin dove vuole arrivare (non lui personalmente, ma chi ne tira i fili).

Secondo la Bibbia (Genesi 15, 18-21) la “Grande Israele” si doveva estendere dal “fiume d’Egitto, al grande fiume Eufrate. Il Paese dove abitano i Keniti, i Kenizziti, i Kadmoniti, gli Hittiti, i Perizziti, i Refaim, gli Amorrei, i Cananei, i Gergesei, gli Evei e i Gebusei”. Quindi un territorio che oggi comprende, in parte o per intero, l’Egitto, la Giordania, il Libano, la Siria, la Turchia, l’Iraq, l’Iran e l’Arabia Saudita. Insomma un bel casino, Babbino caro.

Guarda cosa gli è toccato fare finora a Beniamino & Co: una carneficina nella striscia di Gaza (tanto i palestinesi…); bombardamenti massicci in Libano (e relative occupazioni), invasione dei territori siriani violando gli accordi del 1974, scaramucce (quelle per il momento veramente finte) con l’Iran…

Ah, a proposito di Siria: altra pagliacciata organizzata con il consenso un po’ di tutti gli attori internazionali, Bashar al-Assad incluso. Come ci ha ben spiegato Franco Fracassi, il più pulito in questa faccenda ha la rogna. Ad iniziare dalla Russia, una volta paladina difenditrice degli alauiti Assad. Tutti d’accordo, felicemente. Popolo escluso, ovviamente. Come sempre.

 

 

La resurrezione dell’impero giallo

Pǔ Yí, ultimo esponente della dinastia Qing, chiuse in modo drammatico una storia imperiale durata per 5mila anni. Era il lontano 1911. Ora, nel nuovo secolo, si può dire senza ombra di dubbio che l’antico impero è di nuovo in piena espansione. A condurlo ci sono i mandarini affiliati alla massoneria internazionale e legati a doppio filo con i soliti noti padroni dell’Occidente, oramai decadente.

Comunque la si voglia vedere sul “loro” impero non tramonta mai il Sole.

La “battaglia” è per il controllo del mondo futuro e si snoda su vari fronti: da quello tecnologico a quello commerciale, da quello politico a quello militare. Che poi, a ben vedere, sono tutti aspetti oramai strettamente connessi gli uni agli altri.

Sia che i conduttori delle danze abbiano gli occhi a mandorla, sia che si avvolgano in una bella bandiera a stelle e strisce, sono tutti mossi dallo stesso proposito: governare la mandria attraverso la tecnologia e, attraverso quest’ultima, ottenere il controllo sociale completo. In pratica caro Babbo si tratta del buon vecchio socialismo totalitario di stampo, per così dire, fabiano.

Una scaramuccia qui, uno sgambetto lì, un colpo basso tirato là. E giù a correre ad accaparrarsi le tanto preziose materie prime e le terre rare per la produzione degli strumenti di controllo. L’Africa, come sempre, è uno dei campi di battaglia preferiti, essendo un continente ricchissimo di ogni ben di Dio. Oggi vinco io, domani vinci tu. E poi si ricomincia da un’altra parte.

 

 

Lo zoo degli umani

Ultimo argomento di questa mia letter(ina), caro Babbo Natale, è riservato alla IA, della quale ho parlato approfonditamente nel mio articolo “Il fascino discreto del futuro”.

Ebbene, questa meraviglia dell’ingegno umano (umana? Mah…), come ho scritto, è qualcosa che secondo me sarà presto paragonabile all’invenzione della ruota o alla scoperta del fuoco: una rivoluzione dalle dimensioni e dalla portata sconvolgente, come non si è mai vista finora sul nostro pianeta (qualunque cosa esso sia).

Gli utilizzatori medi dell’applicazione più comune, paragonabile ad un giocattolo, che è ChatGPT, sembrano non rendersi minimamente conto della potenza e della pericolosità intrinseca, connaturata al suo sviluppo, di questa rivoluzione tecnologica dai profondissimi risvolti esistenziali legati al genere umano stesso.

Tale tecnologia è energivora, come nessuna tecnologia lo è stata finora. La quantità di energia giornaliera necessaria a mandare avanti i data center presenti in Irlanda equivale a quella che serve per rifornire oltre mezzo miliardo di individui nell’arco della stessa giornata. Una quantità di energia spropositata. Per questa ragione le grandi aziende, da Facebook ad Amazon, da Google a Neuralink, ecc. stanno facendo incetta di centrali atomiche in dismissione e stringono accordi per l’acquisto di energia un po’ ovunque sul globo. Per non parlare delle quantità d’acqua necessarie per raffreddare i super-computer quantistici con cui funziona. Alla faccia di Greta, dei gretini e dei vari movimenti “green”!

Come tutte le tecnologie che sono state presentate al grande pubblico nel corso degli anni, in realtà anche questa, molto probabilmente, nella versione resa disponibile attualmente, è da considerarsi venti o trenta anni indietro rispetto alla reale capacità ottenuta nei laboratori militari, dove è stata creata (o sviluppata). In altre parole noi vediamo quello che è stato sviluppato già due o tre decenni fa. Ricordo quello che a metà degli Anni 80 mi disse un mio parente, che a quel tempo era capo spedizione per l’Enea in Antartide: la tecnologia all’epoca disponibile i militari e la grande industria non la mettevano “a disposizione” del grande pubblico. Al popolino sono sempre arrivate le briciole, quando lo decidono loro.

Tornando a noi, caro Babbo Natale, è stato calcolato che il punto di “singolarità”, ossia quel momento in cui l’IA si renderà autonoma dall’essere umano, tanto in quanto a sviluppo di se stessa, quanto a mantenimento energetico attraverso l’energia nucleare, dovrebbe cadere (ad essere ottimisti) fra una venticinquina d’anni. A quel punto, Babbino caro, saranno veramente uccelli per diabetici, come si suol dire. Cosa deciderà questa nuova realtà “pensante”, capace di “ragionare” miliardi di volte più in fretta e con più precisione di un essere umano rispetto all’esistenza stessa dell’uomo? In fin dei conti, a quel punto, a cosa potrebbero mai servirgli questi esseri in carne ed ossa, tutto sommato inefficienti ed inutili? Ad essere buoni, se ne potrebbe ridurre il numero a poco più di 80mila individui, da tenere come specie da vedere come in uno zoo, così come facciamo noi oggi con gli altri animali. Oppure, ad essere cattivi…

Quindi Babbino caro spero tu abbia soluzioni per questi tipi di problemi che ti ho elencato sopra, e che le possa portare con te nel sacco quando verrai a trovarci di notte, mentre dormiamo. Già, la speranza è l’ultima a morire, ma nonostante tutto so già che la mattina mi sveglierò senza trovare nulla davanti al camino.

È tutta colpa di mia sorella: mi disse che non esistevi quando avevo soli 6 anni!